Pusher arrestato con 8 chili di cocaina, in cella per scontare 4 anni di carcere

Pusher arrestato con 8 chili di cocaina, in cella per scontare 4 anni di carcere
SENIGALLIA - A luglio 2020 era stato arrestato con un suo complice per il possesso di quasi otto chili di cocaina. Nel gennaio dello scorso anno, la condanna inflitta in...

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SENIGALLIA - A luglio 2020 era stato arrestato con un suo complice per il possesso di quasi otto chili di cocaina. Nel gennaio dello scorso anno, la condanna inflitta in abbreviato dal gup di Ancona. Con la sentenza passata in giudicato, l’uomo – un 39enne albanese, J. M. le sue iniziali – è stato di nuovo arrestato e condotto a Montacuto: gli rimangono da scontare quattro anni di reclusione.

 

 
A mettergli le manette attorno ai polsi sono stati i carabinieri della Compagnia di Senigallia, città dove l’uomo abita. E proprio a Senigallia, quasi due anni fa, era stato fermato dalla Squadra Mobile di Ancona per un controllo. L’operazione era partita nel pomeriggio del 10 luglio 2020, quando era stata intercettata all’uscita del casello della città con la spiaggia di velluto una Seat Altea nera guidata da un 45enne albanese, pluripregiudicato Dopo varie manovre, l’auto era stata agganciata da un furgoncino condotto dall’operaio 39enne. I veicoli si erano fermati in località Borgo Passera, in un piazzale. A quel punto, c’era stato il blitz della polizia per eseguire le perquisizioni. La droga era nella Seat: erano stati trovati quasi otto chili di cocaina, divisi in sette panetti. Alcune confezioni riportavano l’etichetta Chopard o Sony. La droga era nascosta in un doppio fondo ricavato tra il bagagliaio e i sedili posteriori, apribile solamente con un dispositivo elettronico creato ad hoc e azionabile dall’accendisigari. Sotto sequestro erano finiti anche 30mila euro in contanti. 
Nelle mani della polizia era finito pure un marchingegno elettronico utilizzato – sostenevano gli inquirenti – per individuare le microspie degli organi investigativi. I due albanesi, dopo l’arresto, erano stati portati in carcere. Poi le misure cautelari sono via via state modificate. Con la sentenza definitiva ai danni del 39enne, è stato emesso dal tribunale un ordine di carcerazione per fargli scontare la condanna rimediata per spaccio di stupefacenti. 



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Corriere Adriatico