Automobili con il motore acceso davanti alle finestre della dialisi

Automobili con il motore acceso davanti alle finestre della dialisi
SENIGALLIA - Macchine in sosta selvaggia con i motori accesi davanti alle finestre della dialisi, dove i pazienti sono costretti a respirare lo smog. Proprio per risolvere il...

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SENIGALLIA - Macchine in sosta selvaggia con i motori accesi davanti alle finestre della dialisi, dove i pazienti sono costretti a respirare lo smog. Proprio per risolvere il problema la direzione aveva disposto dei new jersey per impedire ai veicoli di fermarsi ma non sono serviti, infatti le macchine sostano imperterrite. Oltretutto spesso ostruiscono il passaggio alle ambulanze creando notevoli disagi. Troppi incivili nell’area ospedaliera dove girano oltretutto anche parecchi sbandati che, oltre a bivaccare, compiono anche dei furti come accaduto di recente sia nella chiesetta che nei reparti dove ogni tanto sparisce qualcosa. Piena anarchia insomma.


«Ognuno all’interno dell’area ospedaliera fa come vuole – spiega Umberto Solazzi, presidente del Tribunale del malato – e questo perché ci sono le regole ma nessuno controlla. La sosta selvaggia c’è però perché manca il buon senso nelle persone che se ne approfittano. Vorrei infatti precisare, a scanso di equivoci, che non ne ha alcuna colpa il personale che si trova all’ingresso. Molti di quanti accedono hanno anche il permesso per disabile quindi hanno il diritto ad entrare ma poi dovrebbero uscire in fretta e non ostacolare il passaggio dei mezzi di soccorso. Del resto all’interno dell’ospedale non ci sono vigili che sanzionano le auto in sosta selvaggia e i furbetti se ne approfittano». Lo stesso discorso vale con il divieto di fumare. «C’è un’ordinanza che vieta di fumare in tutta l’area ospedaliera, parti esterne comprese – prosegue Solazzi – ma la gente fuma di continuo. Sarebbe il dovere anche del singolo infermiere e medico informare la gente che non può accendersi una sigaretta anche all’aperto ma nessuno dice niente. Ancora più preoccupante, a mio avviso, è la presenza di gente che staziona nei reparti, soprattutto al pronto soccorso, senza averne un motivo. Gente che dentro l’ospedale ci vive passandoci tutta la giornata e anche la notte». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico