SENIGALLIA - Un’anziana ha rifiutato i buoni spesa dicendo: «Dateli a chi ha più bisogno». A segnalarla ai Servizi sociali era stata la vicina di...
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«I sindaci hanno richiesto che il bando fosse il più inclusivo possibile – spiega Maurizio Mandolini, dirigente del servizio sociali dell’intero ambito territoriale – per creare il profilo sociale di questa nuova emergenza che va oltre i casi abituali che normalmente trattiamo». La mappatura creata con la distribuzione dei buoni spesa ha permesso ai servizi sociali di avere un quadro dei nuovi bisogni, emersi per effetto del blocco totale imposto dall’emergenza sanitaria. «Il secondo aspetto molto importante – prosegue il dirigente – riguardava il fatto di trovare delle modalità per ricevere le richieste senza far uscire di casa le persone e per questo motivo abbiamo attivato varie formule, dalle classiche email, al messaggio su whatsApp fino alla tradizionale telefonata per consentire anche a chi non ha dimestichezza con la tecnologia, penso agli anziani, di poterne fare richiesta». Gli aventi diritto non si sono dovuti muovere da casa nemmeno per ritirare i blocchetti dei buoni spesa, consegnati porta a porta dai volontari della protezione civile. «Un’altra richiesta avanzata dai sindaci – conclude il dirigente Mandolini – era quella di fare presto e noi in pochi giorni abbiamo verificato tutte le richieste pervenute, distribuendo tra lunedì e mercoledì i buoni spesa».
Intanto è stato “ripulito” il frigorifero della solidarietà dove chi può mette e chi non può prende. Purtroppo oltre a questo scambio solidale, che si attivato anche in altre parti della città, c’è chi se ne approfitta. E’ il caso di due ragazzi che per tre volte hanno riempito tre grandi buste. Sono stati notati anche in altri punti di raccolta. «I furbetti proprio non li sopporto - commenta Francesca Olivi, che ha messo a disposizione il frigorifero per la spesa sospesa - tantomeno in un periodo del genere. Sono tre volte che vengono due ragazzi e riempiono tre grandi buste, prendendo tutti i prodotti di marca e lasciando solo quelli che costano meno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico