Cavi scoperti e macchinari fuori legge: stop alla ditta tessile, un cinese nei guai

Cavi scoperti e macchinari fuori legge: stop alla ditta tessile, un cinese nei guai
SENIGALLIA -  Chiuso un laboratorio tessile cinese a Cesano e denunciato il titolare. Il blitz interforze è scattato giovedì e ha portato al controllo...

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SENIGALLIA -  Chiuso un laboratorio tessile cinese a Cesano e denunciato il titolare. Il blitz interforze è scattato giovedì e ha portato al controllo dell’azienda che si trova nella zona industriale di Strada della Bruciata. Il servizio ha visto intervenire, in sinergia, i carabinieri della Compagnia di Senigallia, i militari del Nil e del Nas impegnati negli ambienti di lavoro e sanitari, gli ispettori del lavoro di Ancona e dell’Azienda sanitaria, la polizia locale e la Guardia di finanza di Senigallia. 

 


Le ispezioni


Durante il controllo sono emerse numerose irregolarità riguardanti la sicurezza dei lavoratori, motivo per cui il responsabile dell’azienda, anche lui cinese come i dipendenti, è stato denunciato. Inoltre, è stata sospesa l’attività lavorativa. Gli operai non potranno accedere nel laboratorio tessile e usare i macchinari fino a quando non saranno sanate le criticità riscontrate. Tra le irregolarità riscontrate, i macchinari utilizzati non idonei e non muniti di documentazione per l’utilizzo, la mancata formazione del personale e l’impianto elettrico non a norma, con fili pendenti e quindi pericolosi. Ulteriori accertamenti sono in corso su altri aspetti riscontrati durante il controllo.

La Guardia di finanza sta effettuando delle verifiche ai fini fiscali. Le Fiamme gialle hanno notato, infatti, che il titolare non parlava italiano e nemmeno lo comprendeva. Dettaglio che ha fatto sorgere dei dubbi, come se a gestire l’azienda ci fossero altre persone in realtà. Per interfacciarsi con le banche, i fornitori e i clienti avrebbero dovuto parlare italiano anche se non perfettamente. Inoltre, ascoltando i dipendenti, una decina, e controllando i fogli di lavoro, dove sono riportati gli orari, sarebbero emerse delle incongruenze rispetto alle effettive ore di lavoro svolte e a quelle dichiarate ai fini fiscali.

Dai primi riscontri sembra, infatti, che lavorassero molte più ore di quelle dichiarate. Gli accertamenti proseguono. Intanto, finché non verranno ripristinate le condizioni di sicurezza, l’attività dovrà rimanere chiusa, proprio a tutela degli operai. Si tratta di controlli periodici che vengono eseguiti sulle attività gestite da cinesi, spesso laboratori tessili, dove anche in passato sono state riscontrate delle irregolarità.

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Corriere Adriatico