SENIGALLIA - Il premier Renzi andò di persona a Senigallia dopo l'alluvione del 3 maggio 2014, ma a quasi due anni dal disastro «dalle istituzioni non è...
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«Il fatto che li riteniamo responsabili non significa che lo siano davvero - spiega l'avv. Canafoglia -. Non siamo in tribunale, ma appunto in una sede conciliativa, ed per questo che in questa fase usiamo il condizionale, per consentire alle controparti di attivare le rispettive assicurazioni, farle pagare in via transattiva senza tuttavia dover ammettere colpe o responsabilità». Un esperto nominato dalla Camera di commercio fungerà da mediatore e tenterà di facilitare un accordo tra le parti. La domanda di mediazione verrà depositata la settimana prossima: verranno chiamati in causa gli enti pubblici che avrebbero dovuto eseguire la manutenzione del fiume, la prevenzione e la gestione dell'allerta ai cittadini, le ditte private e i professionisti che a vario titolo hanno avuto un ruolo «nella gestione e/o nell'aggravamento dei problemi idrogeologici del bacino del Misa»: cioè «la Regione, la Provincia, l'Autorità di bacino, il Comune, della Società Autostrade e i funzionari pubblici e i professionisti che negli anni hanno avuto responsabilità o ingerenze sul fiume Misa».
«È l'ultima occasione per arrivare ad una soluzione globale del problema. In caso contrario - annuncia il legale - saremmo costretti a dare impulso alla via giudiziaria». Il sindaco Maurizio Mangialardi si è detto pronto a mettere a disposizione locali comunali per le riunioni. «Non indichiamo i nomi, proprio nell'ottica della conciliazione - conclude Canafoglia - ma non per questo non andremo fino in fondo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico