Non c'è il bagno, ritirata la licenza al ristorante in piazza Simoncelli

Non c'è il bagno, ritirata la licenza al ristorante in piazza Simoncelli
SENIGALLIA  - Ritirata la licenza di somministrazione di alimenti e bevande al ristorante Zepplin di piazza Simoncelli non avendo la disponibilità del bagno per i...

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SENIGALLIA  - Ritirata la licenza di somministrazione di alimenti e bevande al ristorante Zepplin di piazza Simoncelli non avendo la disponibilità del bagno per i clienti. Una decisione estrema, assunta giovedì dal dirigente del Suap, che fa seguito ad altri provvedimenti emanati nel frattempo. In particolare una precedente ordinanza di agosto con la quale era stata già sospesa la licenza in attesa che provvedesse a realizzare il bagno. Trascorsi i novanta giorni di tempo, lasciati per adeguarsi, il Comune ha provveduto a disporre la cessione definitiva dell’attività di somministrazione. 

 

 


Lo Zepplin ieri era aperto ma non come ristorante. Non avendo più la licenza può continuare a lavorare solo come esercizio di vicinato, come un qualsiasi negozio che può vendere alimenti e bevande ma non somministrarli. Quando il titolare si è trasferito da via Cavallotti a piazza Simoncelli ha potuto inizialmente utilizzare per i clienti il bagno in comune con la confinante attività, poi cessata, che a sua volta utilizzava quello dello Zepplin per il personale. Avevano insomma due bagni in tutto e si erano accordati per destinare la toilette interna allo Zepplin per il personale di entrambi mentre i servizi igienici presenti dal vicino servivano per tutti i clienti. Una soluzione che, inizialmente, le autorità avevano accordato. Alcuni mesi più tardi però da un sopralluogo degli ispettori dell’Asur è emerso che la promiscuità, per una questione igienico-sanitaria, non poteva più essere tollerata, anche alla luce delle nuove disposizioni anticovid. A quel punto ognuno è rimasto con il proprio bagno. 



Avendo perso i servizi igienici per la clientela, il Comune ha provveduto in prima istanza a sospendere la licenza allo Zepplin, evitando che venissero somministrati cibi e bevande, per poi ritirarla del tutto giovedì quando, trascorsi novanta giorni di tempo lasciati per adeguarsi, nulla era cambiato, nonostante la disponibilità della proprietà dell’immobile a realizzare il nuovo bagno a proprie spese. Può quindi solo vendere ma non somministrare. Quello dell’assenza dei bagni è un tema che ha tenuto banco nei mesi scorsi, sollevato da alcuni esercenti a cui erano stati negati i tavoli esterni perché non avevano il bagno per i clienti, salvo poi ottenere il permesso. Da un chiarimento normativo era emerso che vendendo senza somministrare, quindi senza servizio al tavolo, il cliente si sarebbe potuto comunque sedere autonomamente al tavolo.

 

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Corriere Adriatico