Bagnino aggredito, la madre del 17enne non ci sta: «Mio figlio preso per il collo. Farò denuncia»

Bagnino aggredito, la madre del 17enne non ci sta: «Mio figlio preso per il collo. Farò denuncia»
SENIGALLIA - Si recherà oggi in Commissariato per sporgere denuncia la mamma del 17enne di Jesi, coinvolto nel parapiglia di lunedì pomeriggio sul lungomare...

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SENIGALLIA - Si recherà oggi in Commissariato per sporgere denuncia la mamma del 17enne di Jesi, coinvolto nel parapiglia di lunedì pomeriggio sul lungomare Alighieri. Non ci sta a far passare il figlio e gli amici, appena maggiorenni, da attaccabrighe violenti.

 

«Lunedì li ho accompagnati io al mare – racconta – e li sarei dovuti andare a riprendere alle 17. Così eravamo rimasti ma, poco prima delle 16, mi chiama mio figlio dicendomi che dovevo raggiungerlo perché un bagnino l’aveva picchiato». Secondo la ricostruzione dei ragazzi, loro stavano giocando con un pallone che gli aveva dato un’altra persona quando il bagnino ha chiesto di restituirlo. Loro inizialmente non erano intenzionati a farlo e da questa ritrosia si sarebbero riscaldati gli animi. «I ragazzi non potevano sapere che il pallone fosse davvero il suo – prosegue la madre – anche se poi, quando lui ha detto di guardare bene che numero c’era scritto, hanno visto che era lo stesso numero dei Bagni ma come facevano a sapere che il numero fosse riferito allo stabilimento? C’è una frase che ha detto la polizia che mi è rimasta impressa: non si sa chi ha iniziato ma chi è più grande deve mettere giudizio. Tutto questo è avvenuto poi per un pallone». La versione fornita dai ragazzi alla polizia è l’opposto di quella rilasciata dai bagnini e gestori dello stabilimento balneare. «Mio figlio ha raccontato che, quando inizialmente non volevano dare il pallone, non sapendo che fosse il suo – prosegue – il bagnino l’ha preso da dietro per il collo facendolo cadere a terra e che non sono stati i ragazzi a colpire la moglie del bagnino ma lui stesso oppure qualcun altro degli intervenuti perché, secondo quanto mi ha riferito, uno di questi stava per colpire un ragazzo che si è scansato e dietro c’era la signora. Non voglio dare per forza ragione a mio figlio però, visto che ci sono delle telecamere e che per potervi accedere è necessario sporgere una denuncia, la farò».

 

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Corriere Adriatico