L’anello al dito è una morsa, necessario l'intervento dei vigili del fuoco. Un solo medico, l'ira della gente

L’anello al dito è una morsa, necessario l'intervento dei vigili del fuoco. Un solo medico, l'ira della gente
SENIGALLIA  - Situazione fuori controllo ieri mattina al Pronto soccorso, con un solo medico, dove sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco. Una squadra è...

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SENIGALLIA  - Situazione fuori controllo ieri mattina al Pronto soccorso, con un solo medico, dove sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco. Una squadra è arrivata dal distaccamento per tagliare un anello dal dito di una ragazza, che rischiava di andare in cancrena. In situazioni normali il reparto è attrezzato anche per questo ma ieri mattina non sapevano più nemmeno come placare la gente, stanca di attendere.

 

«Mi sono svegliata la mattina con il dito gonfio – racconta una 20enne senigalliese –, la sera avevo finito di lavorare ed essendo stanca sono andata a dormire senza togliere gli anelli. La mattina ho provato in tutti i modi, con sapone e altro, ma non c’era verso. Mi faceva male ma sono andata lo stesso a lavorare sperando che si sgonfiasse». 
La ragazza lavora come cameriera stagionale in un ristorante. «Non ho potuto finire il turno perché il dolore era sempre più forte poi il dito stava diventando nero – prosegue – così sono andata al Pronto soccorso. Qui era un delirio, tanta gente e c’è stato da attendere anche per entrare. Mi hanno spiegato che c’era solo un medico e che avrei dovuto attendere ore oppure, per far prima, mi hanno consigliato di chiamare i vigili del fuoco». Così ha fatto e una squadra si è recata al Pronto soccorso dove si è fatta dare una stanza e lì con delle tenaglie i vigili hanno tagliato l’anello. Un intervento che nel reparto sono attrezzati a fare ma ieri era davvero impossibile. «Avrei anche potuto aspettare come mi avevano detto – conclude la 20enne – ma mi faceva malissimo ed era sempre più nero, stava andando in cancrena». 


Dal Pronto soccorso il personale è dispiaciuto per le lunghe attese ma ancora attendono rinforzi mai arrivati e in estate sarà difficile lavorare in queste condizioni. Il primario ha informato il personale che sta valutando la possibilità di andare in pensione, pur avendo dato la disponibilità a rimanere, perché non ci sono le condizioni per proseguire.

 

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Corriere Adriatico