«Ti amo». E si fa prestare 1.500 euro. Minacciata dal Casanova impostore: i dettagli di una storia da lacrime

«Ti amo». E si fa prestare 1.500 euro. Minacciata dal Casanova impostore: i dettagli di una storia da lacrime
SENIGALLIA -  Si è rivolta allo Sportello donna del Comune Senigallia, la vittima di una violenza psicologica. Si era innamorata dell’uomo sbagliato, al punto da...

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SENIGALLIA -  Si è rivolta allo Sportello donna del Comune Senigallia, la vittima di una violenza psicologica. Si era innamorata dell’uomo sbagliato, al punto da prestargli dei soldi, per poi rendersi conto di essere finita in trappola. Un amore malato perché, secondo la vittima, l’uomo si sarebbe poi dimostrato interessato soprattutto al denaro. 

 

 


La ricostruzione 

 

Gli ha infatti prestato 1500 euro che non ha mai riavuto indietro. L’ha quindi denunciato dopo averlo sbattuto fuori casa. «Non sono di Senigallia – racconta – ma l’uomo che mi ha tolto la serenità sì ed è per questo che mi sono rivolta a questo importante servizio che il Comune offre a tutte le donne, trovando attenzione e comprensione. Ovviamente ho sporto denuncia ai carabinieri ma ho ritenuto opportuno portare la mia testimonianza, sperando possa essere di aiuto ad altre donne».

La violenza non sempre si manifesta fisicamente perché anche quella psicologica lascia dei segni. Ne sa qualcosa questa giovane donna. «Siamo stati insieme alcuni mesi – racconta – ero rimasta affascinata da lui, un uomo brillante che sapeva farti sentire amata e importante. Ho sempre saputo che aveva dei problemi economici. Mi aveva raccontato una serie di vicissitudini e di sfortune che aveva avuto, così ho acconsentito a prestargli 1500 euro che non ho mai riavuto. Ero completamente succube, lo assecondavo in tutto ma quando si trattava di soldi diventava aggressivo. Così un giorno, stanca e preoccupata per le sue reazioni, l’ho messo alla porta e l’ho denunciato. Mi aveva anche minacciato».

La donna ha denunciato tutto, compreso il raggiro per quei soldi che lei effettivamente gli ha dato, ma solo perché si sentiva succube. Saranno poi le indagini a fare chiarezza sull’accaduto e ad individuare eventuali ipotesi di reato. Al momento c’è solo una lunga querela sporta da una donna, ferita nell’animo, che si è rivolta anche allo sportello del Comune non tanto per chiedere aiuto ma per fornirlo ad altre donne, con la sua testimonianza.

 

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Corriere Adriatico