SENIGALLIA - Sputi in faccia, calci, minacce e insulti. È un turbinio di violenza quello di cui si sarebbe reso protagonista un 51enne senigalliese che per tre mesi avrebbe...
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Il tutto avrebbe tratto origine dalla folla gelosia provata nei confronti della sua ex, arrivata alla denuncia dopo una disperata fuga dall’appartamento del suo presunto aguzzino. Ieri, il 51enne – difeso dall’avvocato Corrado Canafoglia – è stato rinviato a giudizio per tre capi di imputazione: stalking, lesioni personali e tentata violenza sessuale. Il legale della vittima, Domenico Liso, ha ottenuto un sequestro conservativo del valore di 20 mila euro in attesa che venga celebrato il processo. La prima udienza è stata fissata il 5 dicembre 2018. Sull’imputato pende anche una denuncia per tentata estorsione. Vittima sarebbe stato l’avvocato Liso, avvicinato la scorsa estate dal 51enne sulla spiaggia di Senigallia e minacciato con un ricatto. Ieri, il gup Paola Moscaroli si è espressa solamente sulla vicenda che ha interessato i due ex fidanzati. L’incubo della donna si sarebbe concentrato tra maggio e luglio 2016, mese in cui la vittima ha deciso di troncare definitivamente la relazione con l’uomo, un artigiano senigalliese. Le vessazioni sarebbero esplose a causa di una folla gelosia. Un’ossessione che l’avrebbe spinto a perseguitare in ogni luogo la sua ex, anche durante le uscite con gli amici. In un’occasione, il 9 maggio 2016, insospettito dal trillo dei messaggi arrivati sul cellulare dell’infermiera, il 51enne avrebbe perso la testa, prima lanciando degli oggetti contro la compagna, poi arrivando addirittura a sputarle contro.
Due mesi dopo, accusandola di avergli rubato dei soldi, l’avrebbe perquisita fino a portarla a un bancomat per costringerla a prelevare la somma richiesta e dargliela come pegno del presunto furto subito. L’episodio più grave preso in considerazione dalla procura sarebbe accaduto il 9 luglio 2016. In questa data si sarebbe verificato l’abuso sessuale, poi non riuscito. Il primo tentativo ci sarebbe stato all’interno dell’auto del 51enne. Il secondo, a casa dove l’imputato avrebbe picchiato la donna con una gruccia non prima di averle tirato addosso un televisore. L’infermiera era riuscita a divincolarsi dall’uomo, scappando dall’appartamento semivestita e chiedendo aiuto in strada. Per la difesa, le contestazioni non hanno fondamento. «Tra i due c’era una relazione burrascosa, ma non c’è prova della tentata violenza – ha detto l’avvocato Canafoglia – né dello stalking». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico