In tanti all'ultimo saluto a Diana la partigiana che insegnava la storia

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SASSOFERRATO - Ad accompagnarla alle 9 di ieri mattina, fino alla sua ultima dimora, sono stati in tantissimi. Consapevoli che con la sua dipartita se ne va un testimone della lotta per la libertà, della resistenza, del miracolo economico. Una novantenne lucida anche sui pregi e difetti dell’era internet. Una vita piena ed intensa quella di Diana Boldrini, classe 1925, conosciuta come la professoressa di lettere e di latino Vitaletti, sposa del dentista Marcello. La raccontava con umiltà, en passant, come se fosse da tutti essere stata la staffetta durante l’occupazione tedesca di suo padre, Diego Boldrini, il Comandante della resistenza Ferruccio. Come se fosse un compito tra i tanti quello di portare messaggi, cibi e pure armi a quel pugno di partigiani nascosti in cima al Monte Strega. Certo, riconosceva che era stato un miracolo non essere stata fucilata, quel giorno, quando una pattuglia tedesca la fermò sul ponte di Santa Maria. Forse legato al fatto che era in compagnia di padre Angelo Mazzini e che nessuno avrebbe pensato che quella ragazza dagli occhi color cielo avesse una borsa piena di armi e munizioni. 
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Corriere Adriatico