Sequestrati 22 cani e 23 gatti detenuti in una abitazione

Sequestrati 22 cani e 23 gatti detenuti in una abitazione
SASSOFERRATO -  Nei giorni scorsi, i Carabinieri Forestali delle Stazioni di Sassoferrato, Fabriano ed Arcevia, su delega della Procura della Repubblica di Ancona, hanno...

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SASSOFERRATO -  Nei giorni scorsi, i Carabinieri Forestali delle Stazioni di Sassoferrato, Fabriano ed Arcevia, su delega della Procura della Repubblica di Ancona, hanno eseguito un’attività di perquisizione presso un’abitazione privata in Comune di Sassoferrato, dove risultavano detenuti numerosi animali da compagnia.


Ad insospettire gli inquirenti, le numerose morti denunciate dalla detentrice, in un breve lasso di tempo, e l’ingente numero di cani e gatti di cui risultava proprietaria dall’anagrafe canina. Inoltre dagli appostamenti eseguiti dai militari era stata accertata la presenza di numerosi animali nel giardino dell’abitazione.

Non appena intervenuti i militari hanno rinvenuto condizioni igieniche intollerabili, infatti, i gatti risultavano detenuti in gabbie strette, umide e buie, e i cani erano invasi dalle pulci ed erano costretti a bere acqua stagnante da settimane e piena di alghe. L’area di detenzione d i box erano completamente invasi dagli escrementi.

Identificati tutti gli animali, grazie anche all’utile ausilio di due guardie zoofile di Legambiente, la maggioranza dei cani risultava sprovvista del prescritto microchip e pertanto non iscritta all’anagrafe canina. Alcuni cani erano affetti da evidenti dermatiti, scaturite con ogni probabilità dalle numerose pulci che invadevano il mantello degli animali.

Tre cuccioli appena nati, privi di cure e di riparo, sono stati inoltre rinvenuti in un canneto nel giardino dell’abitazione. Sequestrati tutti i 45 animali, i quali sono stati sin da subito sottoposti alle cure del personale del Servizio Veterinario, che eseguirà i necessari trattamenti medici e le sterilizzazioni. La responsabile, che è stata denunciata per detenzione degli animali in condizioni incompatibili con la loro natura e cagionevole di gravi sofferenze, rischia le pene previste dall’articolo 727 del Codice penale, che prevedono ammende da 1000 a 10.000 euro o un anno di arresto.
 
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Corriere Adriatico