Emilio abbraccia la figlioletta ma il processo è stato rinviato

Emilio abbraccia la figlioletta ma il processo è stato rinviato
SASSOFERRATO - Stremato, il padre coraggio Emilio Vincioni. Il sassoferratese vive un incubo. Sabato sera, mentre sbarcava, è stato fermato all’aeroporto di Atene e...

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SASSOFERRATO - Stremato, il padre coraggio Emilio Vincioni. Il sassoferratese vive un incubo. Sabato sera, mentre sbarcava, è stato fermato all’aeroporto di Atene e trasferito, durante la notte, in ben tre stazioni di polizia. Là ha saputo di essere stato denunciato dalla moglie per versamento parziale dell’assegno di mantenimento e del processo per direttissima con l’obbligo di presentarsi in tribunale, ieri di prima mattina. Ore di attesa e di angoscia anche per i suoi genitori e sua sorella, che lo seguivano da Sassoferrato e che si sono concluse ieri, nel tardo pomeriggio, con la decisione del giudice greco di aggiornare l’udienza al 13 febbraio perché la moglie non si è presentata. 


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Per Emilio, si prospetta un altro viaggio per far valere le sue ragioni e i suoi diritti di padre. Unico raggio di sole, in questa giornata buia, è essere riuscito a vedere la sua bimba. Ha festeggiato con lei il suo compleanno, gli ha potuto dare tutti i regali che ha comprato, quelli dei nonni e degli zii. Ha soffiato con sua figlia le 4 candeline, ma in un posto pubblico, sotto l’occhio attento dei parenti della mamma, con vicino una traduttrice. La donna che ha assunto per dialogare con gli avvocati greci che lo stanno difendendo e interloquire con il giudice. La bimba capisce solo il greco e la mamma non la lascia venire in Italia.


«Siamo arrabbiati - esplode Giorgia Isidori, il presidente di Penelope Marche, l’associazione che aiuta Emilio Vincioni in questa dura battaglia legale -. È spiazzante l’ambiguità con cui la Grecia tratta questo padre togliendoli il diritto all’affidamento e alzando in un modo sproporzionato l’importo del mantenimento. Non è ammissibile l’assenza dello Stato Italiano a fianco di un suo cittadino. Abbiamo chiesto un incontro l’anno scorso al Ministro degli affari esteri e due anni fa al Premier Giuseppe Conte, ma nessun riscontro. Ed oggi, il colmo, dopo aver fatto una pressione inaudita psicologica su Emilio, affinché si presenti in tribunale, l’udienza è stata rinviata e lo costringe per non essere latitante ad un altro viaggio della speranza».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico