Monsignor Stefano Russo lascia Fabriano avrà un nuovo vescovo

Monsignor Stefano Russo lascia Fabriano avrà un nuovo vescovo
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FABRIANO - Si è dimesso il vescovo di Fabriano-Matelica, mons Stefano Russo. Ieri Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi e lo ha nominato Amministratore apostolico di Fabriano-Matelica fino all’arrivo del nuovo presule. La diocesi è salva e le voci di una possibile soppressione sono state smentite con quanto stabilito ieri a Roma. L’annuncio pontificio è stato dato alle 12 in contemporanea dalla Sala stampa vaticana e dal vescovo che, nella cattedrale di San Venanzio, aveva convocato clero, religiosi e fedeli. 


Le dimissioni si sono rese necessarie in seguito alla nomina, dello scorso 28 settembre, di mons Russo a Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana. «L’intensità di questi mesi ha rivelato l’impossibilità di continuare a portare avanti entrambe le responsabilità, per cui don Stefano si è trovato costretto a rinunciare a esercitare il suo episcopato nella chiesa di Fabriano-Matelica», si legge nella nota dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi.
«La rinuncia che ho presentato al Papa è stata sofferta – dichiara il vescovo –, qui ho sperimentato la ricchezza di essere pastore fra la gente, l’esperienza vissuta in questa comunità la custodisco nel cuore come dono prezioso, che non smetterà di accompagnarmi. Vivo questo momento nel segno dell’obbedienza alla volontà del Signore con l’unico interesse di servire la Chiesa nei modi e nelle forme che oggi mi sono richieste».

Fino all’elezione di un successore, Russo mantiene i diritti del vescovo diocesano. Erano diversi mesi che si attendevano notizie circa il futuro della Chiesa locale tra due province, Ancona e Macerata. Con la nomina di Russo a segretario Cei, erano circolate voci circa il possibile arrivo di un nuovo vescovo visto che l’attuale è impegnato quasi quotidianamente a Roma o una soppressione con accorpamento alle diocesi di Jesi o Camerino. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico