LORETO - "La sua presenza qui, in un gesto di accoglienza dei pellegrini che giungono a Loreto per venerare la Santa Casa di Maria, ricorda le sue cinque visite al Santuario, del...
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"Egli - ha ricordato mons. Tonucci - ha solennemente definito la Santa Casa primo santuario mariano dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della cristianità. Qui ha chiamato a raccolta i giovani. Il suo appello, una sfida accorata e forte, era rivolto a tutti i giovani d'Europa".
Nella preghiera letta davanti alla statua di papa Giovanni XXIII, l'arcivescovo ha detto tra l'altro: "Una volta chiamato a svolgere il ruolo immenso di pastore della Chiesa universale, accolse nel suo cuore l'ispirazione divina che gli suggeriva di convocare tutti i Vescovi in un grande Concilio, per rinnovare la vitalità della Chiesa". Il Papa buono "non volle indicare nuove verità da proporre alla nostra fede, né accettò che fossero emesse condanne nei confronti di chi aveva errato. Il messaggio di Papa Giovanni, riflesso nel Concilio, è fatto di comprensione e di tolleranza paterna, di pazienza evangelica e di audacia apostolica, per chiamare tutte le persone di buona volontà a condividere ideali e programmi, che offrissero nuove speranze al mondo intero".
"Venendo a Loreto - ha ricordato mons. Tonucci -, Papa Giovanni proclamò la Santa Casa Santuario dell'Incarnazione, ed espresse, con parole piene di fede e di affetto, la devozione della Chiesa intera verso la Madre di Dio. Con questo suo gesto, che fu per lui, ormai malato e prossimo all'incontro con Dio, l'unico viaggio apostolico fuori della città di Roma, egli inaugurò una stagione nuova nella vita della Chiesa, quella delle missioni dei suoi successori". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico