La Riviera è ferita, out la Capannina mentre a Sirolo sono in due a rischio. A Portonovo arenile ingoiato dal mare grosso

La Riviera è ferita, out la Capannina mentre a Sirolo sono in due a rischio. A Portonovo l’arenile è ingoiato dal mare grosso
ANCONA Sarà una perla un po’ meno lucente. Il Conero, nonostante il felice esordio d’estate di domenica scorsa, deve piegarsi alla logica, imprevedibile, delle...

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ANCONA Sarà una perla un po’ meno lucente. Il Conero, nonostante il felice esordio d’estate di domenica scorsa, deve piegarsi alla logica, imprevedibile, delle mareggiate. Il preludio dell’erosione. Delle sei spiagge di Sirolo, due al momento rischiano di non poter essere attrezzate per far godere ai villeggianti il sole di fronte all’Adriatico. Potrebbero restare chiuse “Silvio sud” e “Da Marco”, per le conseguenze della prepotenza della natura e per la mancanza d’una politica di prevenzione.

 

 
Il vigore 

Fa un giro di ricognizione della costa, orlata dal Monte e dal mare nel quale si specchia, Luca Paolillo. «Il vigore delle onde - sollecita l’osservazione - lì s’è portato via la ghiaia, sono emersi gli scogli. In quei tratti la stagione potrebbe essere compromessa». Il suo sguardo esperto, da rappresentante, per vent’anni, dei bagnini dei 53 lidi della Riviera, non converte la realtà in allarme, piuttosto lavora in prospettiva, talvolta incerta. «Il litorale che s’allunga dal Musone all’Eden Gigli per ora s'è salvato dalle sfuriate delle burrasche». Incrocia le dita, nel ripassare le predizioni del meteo: «Per mercoledì (domani, ndr) è annunciato mare da nord, con due metri e mezzo di cavalloni, speriamo bene».

Dalla linea d’orizzonte del suo stabilimento, il Taunus, riordina gli elementi temporali: «Il 22 aprile livellerò la spiaggia, il 25 sistemerò una trentina di lettini, che non farò pagare ai clienti del ristorante». Non è una vera ripartenza, la sua: «Lo sarà solo per sei balneari, tutti gli altri inizieranno il 25 maggio». Paolillo dà il senso di quel rimandare: «Riattivarsi non è semplice, molti di noi sono delle srl. C'è bisogno di ricostituire la squadra del personale, di sistemare i bagni, di rifornire il punto di primo soccorso con le medicine». Per pettinare l’arenile è necessario chiedere l'autorizzazione all'Ente Parco che, a sua volta, si rivolge alla Capitaneria di porto. Manovre complesse, parafrasa. Torna alle ferite aperte: «La spiaggia di San Michele per noi è come la Madonna di Loreto. La più fotografata, è un contesto stupendo. Anche i bagnanti che trascorrono due settimane da me non rinunciano a visitarla». Una cartolina d'estate che dà lo spessore del danno potenziale. L’aiuto, assicura, è reciproco: «Il molo sud del porto, quando c’è mare grosso, si riempie di sabbia, che preleviamo, in caso di necessità, come da un portafoglio. Ce l’ha chiesta Porto Recanati». Per Sirolo, sgambetti del destino, quei frammenti di rocce e minerali sono incompatibili. 

L’amarezza

Stessa istantanea che, a Portonovo, spezza il miraggio di caldo&tintarella: l’arenile ingoiato dal mare, i grossi massi che affiorano. Maurizio Sonnino sottoscrive la didascalia dell’amarezza: «In queste condizioni non è bello, non è praticabile e soprattutto non è sicuro». La sua Capannina, che nella Baia si apre appena sotto quello scrigno romanico della Chiesetta, non ha retto all’impeto del fortunale pasquale.

«Abbiamo chiesto aiuto alla Regione. Aspettiamo risposte, che finora non sono arrivate». Il tempo non è un suo alleato: «Non era nostra intenzione aprire per il 25 aprile, ma il 20 maggio sì». I dubbi lo assalgono: «Non so che tipo di intervento si potrà fare. Ritengo che la soluzione più semplice sia spostare la spiaggia che si è spinta fin verso la Torre, e riportarla da noi. Un’azione che richiede dei permessi speciali». Su un passaggio cede alla rinuncia: «Per il ripascimento non è più il momento». Suggestive e impetuose, domani le onde torneranno a innalzarsi, per rompersi sulla battigia. Ancora. 

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Corriere Adriatico