Razzismo, la condanna della Lega Pro: «Un premio alla calciatrice insultata». Lei: «Grazie per non aver sottovalutato»

Razzismo, la condanna della Lega Pro: «Un premio alla calciatrice insultata». Lei: «Grazie per non aver sottovalutato»
ANCONA Il caso degli insulti razzisti recapitati da un papà alla giovane calciatrice di colore dell’Ancona Respect ha fatto rumore. Così tanto da scuotere...

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ANCONA Il caso degli insulti razzisti recapitati da un papà alla giovane calciatrice di colore dell’Ancona Respect ha fatto rumore. Così tanto da scuotere anche Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che per condannare quanto avvenuto fuori dal campo dell’Alma Juventus Fano ha citato Papa Francesco: «Il razzismo è un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma è sempre in agguato. Le espressioni di razzismo rinnovano in noi la vergogna dimostrando che i progressi della società non sono assicurati una volta per sempre». 

 


I valori


E ancora, rivolgendosi direttamente alla 15enne, italiana di seconda generazione: «Alla giovane della squadra femminile Ancona Respect giunga la solidarietà di tutta la Lega Pro. La aspettiamo sul campo e sugli spalti dello stadio di Ancona pronti a premiarla in nome del calcio vero fatto solo di gioia, amicizia e rispetto». Il messaggio è stato diramato dal vertice della Lega Pro per dire «fermamente no al razzismo e a tutte le forme di discriminazione». Le parole spese dal dirigente hanno commosso la baby calciatrice, più volte vittima sui campi di gioco degli insulti razzisti. 


La reazione


«Sono davvero contenta - ha detto la 15enne dell’Ancona Respect - che quanto successo non sia stato preso con leggerezza. Grazie per il messaggio e per le parole che il presidente ha speso». Per l’atleta è stato fondamentale sentire la vicinanza del mondo del calcio e che quanto subito (gli insulti: «Mangiabanane, adesso di sbianco») non sia stato sottovalutato. «È bello sentire quelle parole - ha detto riferendosi al messaggio di Ghirelli - perché è come se avessero dato importanza alla gravità dei fatti». Fatti accaduti domenica scorsa, mentre la 15enne stava seguendo fuori dal campo le sue compagne biancorosse dell’Under 17, impegnate nel match in trasferta contro le pari categoria del Fano. 


La reazione della ragazzina agli insulti del papà di una giocatrice avversaria? «Pur sentendomi addosso gli occhi di tutti i presenti, ho scelto di ignorarlo, non ho risposto, entrando in campo dove c’erano le mie compagne». Che, poi, venute a conoscenza dell’accaduto si sono messe a piangere. Già in un’amichevole sul campo dell’Ascoli, la 15enne era stata presa di mira da un’avversaria. «Tornatene al tuo Paese, ora ci pensa la Meloni». E anche negli spogliatoi della Jesina era stata attaccata per il colore della sua pelle: «Nera di m...». Episodi che l’hanno segnata «ma che mi hanno anche trasformato nella persona che sono oggi. Quando per strada vedo un ragazzino preso in giro, mi fermo e cerco di difenderlo». La speranza per il futuro: «Spero che il razzismo - ancora le parole della calciatrice - prima o poi non sia più un problema. Al di là di tutto, sto vedendo un cambiamento in atto, con tanti ragazzini di diverse origini che si ritrovano e si divertono tra loro. In fondo, siamo tutti uguali».
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Corriere Adriatico