Il Pronto Soccorso vicino al collasso, si procede a colpi di ordini di servizio

Il Pronto Soccorso vicino al collasso, si procede a colpi di ordini di servizio
SENIGALLIA - Ordini di servizio fondamentali per garantire gli standard del Pronto soccorso. È quanto emerso da un incontro che si è tenuto in ospedale alla presenza...

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SENIGALLIA - Ordini di servizio fondamentali per garantire gli standard del Pronto soccorso. È quanto emerso da un incontro che si è tenuto in ospedale alla presenza del direttore Mancinelli e dei medici di Medicina che dovranno, loro malgrado, farsi carico a rotazione di tamponare le carenze di organico nel reparto di emergenza.

 

Persi tre medici in pochi giorni e con altri due che andranno via la prossima settimana, il primario Maracchini ha scritto ai vertici aziendali informando che, in mancanza di personale, non sarà possibile garantire la piena operatività. 

Le attese

In particolare l’Obi, l’osservazione breve, e più in generale con meno medici si allungheranno di conseguenza le attese per gli utenti. Non sapendo però l’Asur dove attingere nuovo personale, il problema è stato nuovamente “scaricato” sulla direzione ospedaliera. La dottoressa Stefania Mancinelli, che dirige gli ospedali dell’Area Vasta 2 compreso il Principe di Piemonte di Senigallia, ha incontrato i medici a cui andrà a chiedere l’ennesimo sacrificio. Si tratta dei dottori in forze al reparto di Medicina interna, molti dei quali già sul piede di guerra da mesi, tanto da aver contattato un avvocato per ricorrere a vie legali. La Mancinelli ha dato ragione a loro, li ha compresi. Nemmeno lei è felice di firmare continui ordini di servizio per spostare il personale. Lo sta facendo da mesi mentre dovrebbe essere un’eccezionalità che nell’ospedale cittadino è diventata ormai la prassi. Però preferisce inimicarsi un comparto, quello dei medici, spostandoli come pedine al bisogno, piuttosto che far mancare agli utenti l’eccellenza di un servizio che meritano. 

La speranza

Si sentono tutti un po’ abbandonati e a volte scendono a compromessi solo per spirito di servizio e per la collettività. Forse, comprendendo che sono tutti dalla stessa parte, i medici rinunceranno a opporsi. Al momento ordini di servizio non sono ancora partiti e nemmeno le azioni legali annunciate anche ai vertici aziendali. Sono giornate decisive nella speranza che arrivino segnali dall’Asur e dalla politica anche se non ci sono grandi aspettative perché, come già annunciato dall’assessore regionale alla Sanità, non si trovano medici disponibili. 

 

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Corriere Adriatico