Travolto e ucciso dopo la discoteca: due anni e 4 mesi all’automobilista

Travolto e ucciso dopo la discoteca: due anni e 4 mesi all’automobilista
PORTO RECANATI  - Morte del 25enne Federico Dottori, due anni e quattro mesi al giovane alla guida dell’auto. Il difensore: «Non sono state riconosciute le...

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PORTO RECANATI  - Morte del 25enne Federico Dottori, due anni e quattro mesi al giovane alla guida dell’auto. Il difensore: «Non sono state riconosciute le attenuanti, faremo appello». Si è chiuso ieri il processo a carico di Paolo Palmieri, 25enne loretano accusato di omicidio stradale.

 

Il tragico incidente avvenne a Scossicci di Porto Recanati verso le 5.30 del 20 maggio 2018, quando i due giovani, entrambi di Loreto, stavano tornando a casa dalla discoteca Mia. Dottori che lavorava nell’azienda di trasporti di famiglia quella sera aveva deciso di spostarsi in bicicletta mentre Palmieri aveva preso l’auto, una Skoda Octavia. 
Entrambi avevano percorso la stessa strada ma subito dopo il civico 38 Palmieri tamponò la bicicletta, Dottori fu sbalzato in un campo di grano adiacente alla strada e morì sul colpo a causa del grave trauma cranico e toracico riportati. Dagli accertamenti era emerso che Palmieri guidava con un tasso alcolemico di 1,22 g/l.

Mercoledì scorso il pubblico ministero Enrico Riccioni aveva chiesto la condanna a tre anni di reclusione, il legale di parte civile che tutela i familiari della vittima, l’avvocato Emanuele Senesi, si era associato alla richiesta del pm, mentre l’avvocato dell’imputato, il legale Michele Pagano, aveva invece sostenuto il riconoscimento del concorso di colpa (la vittima aveva un tasso alcolemico di poco inferiore a Palmieri, pari a 1,08 g/l, non indossava il giubbotto con segni catarifrangenti e non avrebbe percorso la pista ciclabile che costeggiava in alcuni tratti la strada). 


Il legale aveva evidenziato anche altre circostanze, sia relative al contesto in cui era maturato l’incidente, ovvero la ridotta visibilità e il manto stradale dissestato, sia relative alla figura dell’automobilista, un 25enne che lavora, volontario nella protezione civile e iscritto all’Avis. Ieri il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Maria Manzoni ha condannato il 25enne a due anni e quattro mesi di reclusione, riconoscendogli le attenuanti generiche e la diminuente del rito. «Aspettiamo di leggere le motivazioni – ha commentato l’avvocato Pagano – ma ci riserviamo di fare appello, riteniamo la sentenza ingiusta perché non sono stati riconosciuti il concorso di colpa e l’attenuante del risarcimento del danno».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico