OSIMO - Un debito del valore di 3mila euro, somma utilizzata principalmente per comprare droga. Secondo il pm Marco Pucilli è questo il movente che avrebbe spinto il 24enne...
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Quella che potrebbe essere la causa scatenante del delitto, mai veramente chiarita in questi mesi di indagini, è emersa ieri mattina nell’ambito del processo che vede imputato Andreucci, dallo scorso maggio recluso a Montacuto, per omicidio volontario premeditato e calunnia, dato che inizialmente aveva attribuito l’omicidio a un abruzzese estraneo ai fatti. Per lui, al termine della requisitoria, il pm ha chiesto una condanna a 18 anni di reclusione per entrambi i capi d’accusa, considerando il rito abbreviato chiesto dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Massimino Luzi e Vittorio Palamenghi. Il 24enne era in udienza. Non ha parlato davanti al gup Paola Moscaroli che ha rinviato la decisione al 12 aprile. Parti civili sono sia la moglie del veterinario morto a 53 anni e originario di Montelupone, sia le due sorelle della vittima. All’inizio dell’udienza, i legali del fantino avevano chiesto l’abbreviato condizionato alla possibilità di svolgere una perizia neuropsichiatrica su Andreucci per valutare il suo status mentale al momento dei fatti. Una richiesta derivata sostanzialmente da un possibile stato di alterazione psichico del 24enne conseguente all’assunzione di droghe qualche ora prima del delitto. Il giudice ha rigettato l’istanza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico