Veterinario ucciso per 3mila euro Il pm chiede 18 anni per il fantino

Veterinario ucciso per 3mila euro Il pm chiede 18 anni per il fantino
OSIMO - Un debito del valore di 3mila euro, somma utilizzata principalmente per comprare droga. Secondo il pm Marco Pucilli è questo il movente che avrebbe spinto il 24enne...

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OSIMO - Un debito del valore di 3mila euro, somma utilizzata principalmente per comprare droga. Secondo il pm Marco Pucilli è questo il movente che avrebbe spinto il 24enne ascolano Valerio Andreucci a uccidere il suo datore di lavoro, Olindo Pinciaroli, colpendolo con almeno 15 coltellate lo scorso 21 maggio, mentre entrambi stavano percorrendo la Chiaravallese a bordo di un’ambulanza veterinaria che li doveva condurre in un maneggio di Osimo. Il loro viaggio si era fermato con la furia esplosa dal 24enne. Una rabbia covata, secondo la procura, proprio per un debito maturato con Pinciaroli, che l’aveva aiutato prestandogli soldi certo non immaginandosi che li avrebbe spesi per la droga.


Quella che potrebbe essere la causa scatenante del delitto, mai veramente chiarita in questi mesi di indagini, è emersa ieri mattina nell’ambito del processo che vede imputato Andreucci, dallo scorso maggio recluso a Montacuto, per omicidio volontario premeditato e calunnia, dato che inizialmente aveva attribuito l’omicidio a un abruzzese estraneo ai fatti. Per lui, al termine della requisitoria, il pm ha chiesto una condanna a 18 anni di reclusione per entrambi i capi d’accusa, considerando il rito abbreviato chiesto dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Massimino Luzi e Vittorio Palamenghi. Il 24enne era in udienza. Non ha parlato davanti al gup Paola Moscaroli che ha rinviato la decisione al 12 aprile. Parti civili sono sia la moglie del veterinario morto a 53 anni e originario di Montelupone, sia le due sorelle della vittima. All’inizio dell’udienza, i legali del fantino avevano chiesto l’abbreviato condizionato alla possibilità di svolgere una perizia neuropsichiatrica su Andreucci per valutare il suo status mentale al momento dei fatti. Una richiesta derivata sostanzialmente da un possibile stato di alterazione psichico del 24enne conseguente all’assunzione di droghe qualche ora prima del delitto. Il giudice ha rigettato l’istanza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico