L'ex sindaco: "Tranquilli ​non sono in pericolo di vita"

L'ex sindaco: "Tranquilli ​non sono in pericolo di vita"
OSIMO - Stefano Simoncini sta bene, l'ex sindaco è provato ma cosciente, lucido, determinato. Lotta per il suo piccolo Vanni, per la moglie Lara, la sua famiglia e i tanti...

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OSIMO - Stefano Simoncini sta bene, l'ex sindaco è provato ma cosciente, lucido, determinato. Lotta per il suo piccolo Vanni, per la moglie Lara, la sua famiglia e i tanti amici che lo attendono a casa. Forse riuscirà a trascorrere il Natale con i suoi, al Borgo, ma dovrà poi intraprendere un lungo percorso ospedaliero per capire bene le cause del mancamento che lo ha colpito sabato mattina mentre stava comprando i giornali all'edicola Canali, in via Ungheria. Serviranno risonanza magnetica, esami clinici, test a livello cerebrale per scongiurare complicanze e verificare se sarà necessario un intervento chirurgico per risolvere definitivamente il problema ed evitare nuovi malori.


"Per il momento non sono in pericolo di vita, state tranquilli" ci ha detto Simoncini ieri pomeriggio dal letto della neurochirurgia di Torrette dove è ricoverato da sabato pomeriggio. Una vita intensa la sua, 48 anni trascorsi in famiglia, ma anche in prima linea a lavoro, come geometra, e in politica, come big e co-fondatore delle Liste civiche osimane, con le quali nel 2009 fu eletto primo cittadino. Con la voce smorzata da una naturale spossatezza, Simoncini ci ha tenuto a ringraziare chi ha mostrato interesse per la sua salute in queste ultime febbrili 48 ore: "Ho ricevuto tantissimi messaggi, sms o su Facebook, gente che mi ha mostrato affetto, vicinanza, che mi dà coraggio, li voglio ringraziare veramente di cuore, non pensavo fossero così tanti. Alcuni mi sono anche venuti già a trovare qui in ospedale. Voglio anche ringraziare il personale medico, quello che mi ha soccorso ad Osimo e quello che mi sta curando a Torrette". Poi racconta quello che è successo sabato mattina: "Mi sono alzato tranquillo, non avevo avvertito alcun segnale di affaticamento, anche la sera prima tutto normale. Sono andato in edicola e lì ho sentito che la gamba sinistra non reggeva più, un mancamento improvviso, ricordo solo che sono caduto a terra, che qualcuno ha urlato spaventato e ha chiamato il 118. Poi mi sono risvegliato al pronto soccorso in stato confusionale, un po' spaventato, ma vivo e vegeto". Nel pomeriggio poi il trasferimento per accertamenti. "Quando sono stato portato in neurochirurgia -spiega- stavo già meglio, così ho voluto subito chiamare a casa per tranquillizzare Vanni e mia madre, al momento non sono in pericolo di vita ma dovrò sottopormi a una cura medica ed accertamenti clinici nelle prossime settimane, poi si vedrà piano piano".



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Corriere Adriatico