Chiuso il maxi deposito dell’Aspio: i 101 dipendenti Xpo da oggi a casa

Chiuso il maxi deposito dell’Aspio: i 101 dipendenti Xpo da oggi a casa
OSIMO  - Si è chiusa ufficialmente ieri la storia lunga 43 anni del deposito della grande distribuzione all’Aspio, a due passi dall’uscita...

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OSIMO  - Si è chiusa ufficialmente ieri la storia lunga 43 anni del deposito della grande distribuzione all’Aspio, a due passi dall’uscita dell’A14.


Un sito strategico passato nel 2016 sotto l’egida di Xpo Logistics dopo aver vissuto gli anni d’oro di Migliarini e poi Sma. Con il passaggio dei punti vendita di Auchan-Sma a Conad e la riconversione di 41 supermercati su 47, a farne le spese è stato soprattutto il deposito dei prodotti non freschi gestito dalla Xpo, multinazionale americana che ha alzato le braccia dopo l’azzeramento delle commesse. Lunedì gli operai sono stati in magazzino per l’ultima volta, ieri invece tutti sotto il Palazzo della Regione, ad Ancona, per manifestare ancora contro una scelta che lascia senza lavoro 101 dipendenti, tutti maschi, molti padri di famiglia sopra i 45 anni e difficili quindi da ricollocare. La Rsu e le delegazioni di settore della Cgil, Cisl e Uil sono state poi ricevute dal governatore uscente Luca Ceriscioli, l’assessore al lavoro Loretta Bravi e il presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo. 

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Neanche un mese fa, al termine di uno dei tanti sit-in organizzati dai lavoratori, la Regione aveva assicurato massimo impegno per un tavolo di confronto con Xpo e Margherita Distribuzione, che si muove per conto di Conad. In realtà il tavolo tecnico con la Regione mediatrice non si è ancora aperto e per questo i sindacati ieri sono tornati a sollecitarlo: «È importante - spiega Selene Soleggiati della Cisl - che le istituzioni spingano Conad o altri player di settore sul versante della ricollocazione dei 101 dipendenti Xpo che da oggi saranno a casa». Ma c’è un altro aspetto sul quale porre attenzione: il deposito dell’Aspio chiuso ieri torna nelle disponibilità del proprietario, una impresa edile maceratese, e vista la posizione strategica e gli ampi spazi potrebbe essere riconvertito e riaperto se qualcuno fosse incentivato a investirci: «Ser aprissero attività similari a quella di Xpo la Regione potrebbe spinger per far riassorbire parte dei 101 lavoratori» dice Soleggiati.

Nel frattempo un piccolo passo avanti la multinazionale americana lo ha fatto verso i sindacati: «Inizialmente la cassa integrazione presa per la crisi dovuta al Covid doveva finire a settembre ma Xpo ci ha ascoltato e -spiega la referente della Cisl- siamo arrivati ad ottenerla almeno fino a dicembre. Nei prossimi giorni proveremo a trovare l’intesa per proseguirla fino a marzo 2021, Xpo è disponibile, in questo modo avremmo più tempo per ricollocare le maestranze». Alcuni dei 101 dipendenti potrebbero però arrivare al pensionamento con la Naspi e per loro i sindacati propendono quindi verso l’incentivo all’uscita. Il presidente del consiglio regionale Mastrovincenzo ritiene che le richieste avanzate nell’incontro di ieri per una cassa integrazione più lunga per cessazione di attività e un piano di ricollocazione siano «richieste che vanno ascoltate. Nei prossimi giorni incontreremo la società per salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali». Conad aveva proposto di assorbire 7 unità nel deposito di San Salvo ma i sindacati vorrebbero che aumentasse la disponibilità e che fosse rivolta semmai ai siti di Monsampolo e Fano. 


Liste civiche di Osimo hanno intanto depositato un odg da discutere in consiglio comunale per impegnare l’amministrazione Pugnaloni a spingere sul confronto con «i principali player del settore che hanno analoghi depositi in Regione per la possibilità di utilizzo del personale eccedente di Xpo, quali Coal soc coop arl di Camerano, Magazzini Gabrielli di Ascoli e Cedi Marche di Camerata Picena.21  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico