La "Osimo da bere" in lacrime per Gilberto: «Ciao Gibo, portavi allegria»

La "Osimo da bere" in lacrime per Gilberto: «Ciao Gibo, portavi allegria»
OSIMO - Se ne è andato uno dei personaggi più noti della Osimo da bere degli Ottanta e Novanta, uno dei punti di riferimento dei giovani di allora conosciuti come...

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OSIMO - Se ne è andato uno dei personaggi più noti della Osimo da bere degli Ottanta e Novanta, uno dei punti di riferimento dei giovani di allora conosciuti come “bibaroli”. Si è spento in ospedale a Macerata Gilberto Balducci, 64 anni, conosciuto come Gibo.

 

Da circa vent’anni abitava con la moglie Maria Rita e i figli Leonardo ed Eleonora a Cingoli, dove faceva il cuoco in una scuola materna, ma Gilberto era osimano doc, città che amava e dove è cresciuto fino alla maturità, rappresentando uno dei giovani più festaioli e conosciuti del centro storico, quando il social network era rappresentato dai bar e andare in piazza a bere e fare scorribande era un mantra che rappresentava la normalità. Gibo era riconosciuto come uno dei leader del gruppo dei “bibaroli”, i ragazzi che tra fine anni Settanta e l’inizio dei Novanta si ritrovavano nel bar della piazza, l’ex Gustibus. 
I ritrovi
In tempi in cui non esistevano cellulari tantomeno i social, quei ragazzi erano soliti ritrovarsi lì, nel locale dei fratelli Fiorani, di cui uno soprannominato Biba, da qui l’appellativo di “bibaroli” ai giovani clienti, di cui Gilberto era un indiscusso protagonista. Un male improvviso e fulminante non gli ha lasciato scampo e nel giro di circa un mese se l’è portato via lasciando un vuoto enorme tra parenti e amici più intimi. In tanti a Cingoli e soprattutto a Osimo in queste ore ne ricordano la sua figura di uomo gioviale, rimasto negli anni un compagnone, uno che non passava inosservato, un simpatico casinista. Ed un grande lavoratore. Dopo i primi anni da operaio, in maturità ha preso la strada della cucina, la sua grande passione oltre a quella dell’Osimana. Goliardico e sempre sorridente, in tanti ne hanno apprezzato la compagnia da ragazzo e la bravura ai fornelli che negli ultimi anni era stata dedicata ad una scuola di Cingoli. Cresciuto in via Barbalarga, una traversa di via Guazzatore nella prima periferia osimana, Gibo, per alcuni conosciuto anche come Balduccio, è maturato professionalmente anche grazie ad una esperienza preziosa a Londra come cuoco in tempi in cui non erano ancora in tanti a partire per Oltremanica a lavorare. Gli amici che ancora oggi si chiamano scherzosamente “bibaroli” gli hanno scritto ieri una lunga lettera. «Stavolta ci hai fregati tutti! Tu, così pieno di allegria, te ne sei andato in silenzio e forzata solitudine. Silenzio e solitudine non ti appartengono! Nella tua vita hai sempre cercato gli altri». 
La lettera


«La compagnia per te era come l’aria, come l’acqua: sorgente di vita da cui anche noi “bibaroli” abbiamo sempre attinto a piene mani, ubriacandoci con la tua immensa gioia di vivere. Le risate, le barzellette, risuonano ancora su quella piazza che ci ha visto vivere i migliori anni della nostra vita. Adesso per favore, trova un bel bar ed occupane tutte le sedie perché un giorno ci rivedremo lassù, in quel Bar del Cielo che non chiude mai! Vola Gibo». La camera ardente è stata allestita nella Casa del commiato Gigli Sabbatini a Cingoli. Funerali oggi alle 10 nella chiesa di Sant’Eusperanzio a Cingoli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico