OSIMO - Rischia l’accusa di omicidio colposo stradale il ragazzo campano che martedì mattina col suo furgone ha travolto Alessandro Candelari, il centauro 33enne...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sarà la polizia municipale dell’Unione dei Comuni, dopo aver accertato la dinamica dei fatti e la responsabilità del sinistro, a formulare il capo d’imputazione e poi, eventualmente, a procedere in accordo e su disposizione del pubblico ministero, per omicidio stradale. Intanto sono ore estenuanti per la famiglia di Alessandro. Solo stamattina, verso le 11, si terrà all’ospedale di Torrette l’ispezione cadaverica e il riconoscimento della salma del 33enne. Poi dal pomeriggio, verso le 16, sarà aperta la camera ardente allestita nell’obitorio dell’ospedale regionale. Per volere della famiglia non si terrà alcun funerale religioso, bensì un rito civile per rendere omaggio al ragazzo.
Il Comune di Osimo ha dato il via libera per poterlo fare al PalaBaldinelli dove, domani dalle 15, sarà posizionato il feretro. Verso le 17 sono previsti interventi di amici e familiari che vorranno ricordarlo nel modo migliore ed esprimere vicinanza alla compagna di sempre, Janet Piccinini, alla figlia di 3 anni, al papà Lamberto, alla mamma Anna Maria e la sorella Nicoletta, poi alle 18 il trasferimento al cimitero Maggiore per l’inumazione. Sui social sono apparsi anche dei messaggi di incredulità e disperazione. Fabio sulla bacheca Fb di Alessandro gli posta un laconico ma emblematico: «Ti voglio bene, riposa in pace». Dario invece scrive: «È stato un piacere e un onore dividere del tempo con te. Purtroppo è sempre più raro trovare intelligenze brillanti come la tua. Sono incredulo e attonito. Qualunque altra parola sarebbe retorica e banalità».
Gli amici del liceo Campana lo ricordano come un giovane appassionato di musica e computer. Da ragazzino aveva anche giocato a pallanuoto, poi si era dato ai corsi master di nuoto alla Vescovara. Adorava la moto, e con quella si stava dirigendo all’Apra di Monsano dove il giovane ingegnere lavorava, società creata anche dal papà Lamberto che ieri ha diffuso manifesti di affetto e lutto. La famiglia ha chiesto non fiori ma donazioni per l’Avis di Osimo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico