Osimo, giovane geloso picchia ​l'ex moglie e il datore di lavoro

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OSIMO - Aggressioni e appostamenti per gelosia all'ex moglie ma anche botte al datore di lavoro di lei. Risalgono al periodo compreso tra gennaio e aprile dello scorso anno i...

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OSIMO - Aggressioni e appostamenti per gelosia all'ex moglie ma anche botte al datore di lavoro di lei. Risalgono al periodo compreso tra gennaio e aprile dello scorso anno i presunti episodi di maltrattamenti in famiglia contestati a un trentottenne di Osimo nel processo in corso davanti al tribunale di Ancona. Dopo una relazione durata un ventennio, i rapporti tra l'imputato e la moglie si erano deteriorati. Per la parte offesa, l'imputato era geloso in maniera ossessiva, pensava che lei lo tradisse e si era opposto al fatto che lei lavorasse. Ciò avrebbero scatenato uno stillicidio di discussioni, sfociando in aggressioni. Per questo lui era stato sottoposto a divieto di avvicinamento alla parte offesa. Per le frequenti liti - in un caso avvennero davanti ai figli - i coniugi si separarono di fatto. La difesa, sostenuta dall'avv. Massimo Spinozzi, respinge le accuse, cercherà di dimostrare l'innocenza dell'osimano. La donna e i figli sono parti civili tramite l'avv. Giovanni Piergentili, come il datore di lavoro di lei, rappresentato dall'avv. Gambini. Ieri i testimoni sentiti - amici e un'insegnante di uno dei figli - hanno riferito di genitori premurosi e con un rapporto normale fino alla separazione. Il processo è slittato al 10 luglio.


Sono diversi gli episodi contestati. Una presunta aggressione sarebbe avvenuta in auto a Capodanno del 2014, per motivi di gelosia. L'osimano avrebbe insultato la moglie anche in presenza dei suoceri. L'11 febbraio 2014, lui sarebbe piombato nell'ufficio dove la donna lavorava come segretaria, aggredendo il datore di lavoro di lei procurandogli un trauma cranico minore e una lesione vertebrale, con prognosi di 40 giorni. L'imputato avrebbe anche minacciato di morte la ex anche durante telefonate e Sms. Circostanze su cui dovrà far luce ora il tribunale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico