OSIMO - Si chiude con un blitz in Spagna della Digos di Bolzano la storia tinta di giallo di due osimani latitanti dal 2012 e appartenenti in passato al gruppo terrorista dei Nar,...
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La radio
Entrambi noti a Osimo per essere stati militanti del Movimento Sociale Italiano negli anni Settanta. Giovanigni ne fu anche segretario del circolo cittadino e, assieme alla compagna, fu tra i fondatori della storica Radio Mantakas, emittente di estrema destra con sede a piazza Dante. Poi passarono a Terza Posizione, movimento extraparlamentare fondato da loro e ancora più estremista, al punto che, per autofinanziarsi, organizzò a esempio nel 1979 una rapina a mano armata in banca ad Agugliano. Per quell’episodio venne arrestato anche lo stesso Giovagnini. I due lasciarono poi Osimo, ma finendo di nuovo nei guai, soprattutto Giovagnini, che venne condannato nel 1985 insieme ad altri 15 esponenti dei Nar e di Terza Posizione a 4 anni di reclusione (ridotti in appello a 2) per formazione e partecipazione a banda armata con arresto nel 1987 a Bolzano da parte dei carabinieri.
Nel 1988 finì invece sui giornali per aver liberato una ragazza veronese di 14 anni, rapita da un ex compagno di cella. Nel 1994 avrebbe dovuto testimoniare durante il processo d’ appello-bis sulla strage alla stazione di Bologna, ma dissertò l’udienza. La latitanza fuori Italia inizia dopo la condanna del Tribunale di Bolzano per incendio doloso e bancarotta fraudolenta. La pena più pesante, 4 anni di reclusione, toccò a Giovagnini, mentre la moglie si beccò 3 anni e 6 mesi. Secondo la Procura altoatesina avevano appiccato due incendi nell’Hotel Krone di Tires, l’11 ottobre 2007 e il 14 gennaio 2008. L’ultimo divampato ad appena 24 ore dalla scadenza della polizza assicurativa che prevedeva una copertura per 2,1 milioni di euro. Una circostanza che insospettì i periti e le forze dell’ordine, visto che la proprietaria dell’albergo era la Topsy Snc di cui era amministratrice proprio Carla Fosser, società lasciata con un buco di 150mila euro.
La svolta
I due si diedero alla fuga dopo quella vicenda. La polizia di Bolzano li individuò nel 2012 in Costa Azzurra, dove riuscirono a sottrarsi alla custodia domiciliare a cui erano sottoposti in attesa dell’estradizione in Italia. E da allora si persero le tracce. Ora, la svolta dell’indagine grazie all’analisi del traffico telefonico e dei profili social, che ha consentito di localizzarli sotto falso nome a Marbella, cittadina vicino Malaga dove risiede anche il figlio della coppia. Ulteriori approfondimenti condotti dalla polizia iberica in collaborazione con quella di Bolzano hanno consentito di individuare l’abitazione dei due osimani e di arrestare però soltanto la Fosser, perché era ormai vedova. Lo scorso 25 febbraio aveva fatto depositare con nome anonimo la salma del marito in un obitorio di Malaga, evitando di comunicarne il decesso per paura di essere rintracciata dalle autorità.
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Corriere Adriatico