L’sms agli amici: «Vado e lo ammazzo» Quindici coltellate per la resa dei conti

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OSIMO - Un sms agli amici: «Vado su e l’ammazzo». Poi la resa dei conti. Almeno 15 fendenti al torace, alla schiena, perfino sul viso, compatibili con il coltello insanguinato ritrovato a 100 metri dalla scena del crimine. Olindo Pinciaroli ha provato a difendersi, come dimostrano i tagli sulle mani evidenziati dall’autopsia eseguita ieri dal professor Adriano Tagliabracci. Si sarebbe rifugiato sotto il furgone, ma lì è stato raggiunto e finito dal killer che l’ha pugnalato al cuore, perforando un polmone. Un massacro. Un accanimento. Una morte atroce. Che per gli investigatori sarebbe stata pianificata dal sospetto assassino, Valerio Andreucci, 24 anni.


Forse era sballato dalla cocaina assunta la sera prima, così sostiene il fantino ascolano che non ricorda nulla, neanche il presunto assalto di 4 zingari di cui ha parlato a caldo coi carabinieri. Ma gli indizi di colpevolezza sono così gravi che il gip Cimini, pur senza convalidare il fermo perché non sussiste il pericolo di fuga, ha disposto la misura cautelare in carcere, dove si trova da lunedì, anche per il rischio di reiterazione del reato. Il pm Pucilli non ha contestato per ora la premeditazione, ma è un’ipotesi da non scartare, stando agli sms che Andreucci avrebbe scambiato con gli amici. «Basta, domani vado su e l’ammazzo», avrebbe scritto nella notte tra sabato e domenica. La stessa che dice di aver trascorso in un locale di San Benedetto, dove avrebbe sniffato 4 grammi di cocaina, come un dipendente cronico, almeno così lo descrive il suo legale.


«Ma che dici? Non fare cavolate». «Al massimo picchialo», gli rispondono gli amici. Domenica mattina Andreucci si è presentato all’appuntamento con Pinciaroli, veterinario di Montelupone. Guidava lui, il 24enne, l’ambulanza veterinaria. Lungo via Chiaravallese, al confine tra Osimo e Polverigi, ha improvvisamente svoltato a destra e inchiodato in una piazzola. Avrebbe estratto il coltello da cucina lungo 33 centimetri - portato presumibilmente da casa e comunque non in dotazione all’ambulanza - per colpire più volte Pinciaroli che, sanguinante, sarebbe riuscito a trascinarsi fin sotto il furgone per sfuggire al massacro. Qui sarebbe stato giustiziato con una quindicina di fendenti. Quello mortale ha trapassato cuore e polmone. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico