Il giro di tamponi scova 9 positivi al Covid alla casa di riposo: scattano le quarantene, stop alle visite

Il giro di tamponi scova 9 positivi al Covid alla casa di riposo: scattano le quarantene, stop alle visite
OSIMO - Oltre alla vertenza occupazionale che sta per aprirsi, con un tavolo di conciliazione già chiesto dai sindacati alla Prefettura, la Fondazione Recanatesi torna a...

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OSIMO - Oltre alla vertenza occupazionale che sta per aprirsi, con un tavolo di conciliazione già chiesto dai sindacati alla Prefettura, la Fondazione Recanatesi torna a fare i conti con il Covid. Giovedì era emerso un lavoratore positivo e da qui la direzione sanitaria della casa di riposo di San Sabino ha avviato ieri un giro di tamponi su tutti i presenti nella struttura, dal quale sono risultati altri otto contagiati.

 

Il focolaio quindi è al momento circoscritto e gli infettati sono stati tutti sottoposti a quarantena, bloccando ogni accesso dall’esterno, anche dei volontari, e sospendendo l’utilizzo di spazi comuni. Un principio di focolaio Covid che certo non ha nulla a che vedere con quello di inizio 2021, quando i contagi furono oltre 100 tra personale e ospiti in un periodo storico nel quale le vaccinazioni non erano ancora arrivate al Recanatesi. 


Anche per quel motivo si registrarono ben 23 decessi. Ma certo, la preoccupazione e la riorganizzazione forzata del lavoro per questi nuovi contagi emersi proprio ora che è finito lo stato d’emergenza sanitaria, va a gravare una casa di riposo già alle prese con altri guai. Uno su tutti i conti economici da sistemare, con il Cda della Fondazione che, tra multa Inps e debito verso la cooperativa AssCoop, è costretto a prendere provvedimenti per ridurre i costi di gestione. D’altronde da 130 ospiti si è passati a circa 90 e dunque anche il personale va ridimensionato, a detta dal Cda. I sindacalisti che seguono la vicenda, Giorgio Paterna per Fp-Cgil, Monya Fioruti di Fisascat-Cisl e Alberto Beltrami di Uil-Fpl hanno chiesto un tavolo di conciliazione in Prefettura. «Perché - spiega Paterna - non possono essere i lavoratori a pagare per errori di gestione economica, la Fondazione deve dilazionare nel tempo gli interventi di riduzione del personale per darci la possibilità di trovare delle alternative». I sindacati evidenziano che «diminuendo già da aprile le ore di servizio ai lavoratori di AssCoop si mettono in difficoltà anche i dipendenti della Fondazione che si ritrovano a espletare ulteriori mansioni, come quelle degli animatori».

 

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Corriere Adriatico