Maxirisarcimento da 2 milioni di euro ai familiari degli amici morti nell'incidente dopo una festa di compleanno

Maxirisarcimento da 2 milioni di euro ai familiari degli amici morti nell'incidente
OSIMO Diciannove anni dopo quel maledetto incidente che sconvolse Osimo, il tribunale civile di Ancona ha condannato Daniele Spinsante a risarcire per oltre due milioni di euro i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
OSIMO Diciannove anni dopo quel maledetto incidente che sconvolse Osimo, il tribunale civile di Ancona ha condannato Daniele Spinsante a risarcire per oltre due milioni di euro i familiari dei suoi due amici Emanuele Caponi e Cristian Tizzani rimasti uccisi nello schianto lungo la discesa fra Monti di Santa Maria Nuova e Casenuove. È qui che persero la vita tre giovani osimani la notte del 22 aprile 2001. Dopo una festa di compleanno la comitiva si era spostata in un bar di Monti ma poi, nella strada del ritorno, incontrò la morte. Dei cinque a bordo della Fiat Brava guidata da Spinsante, morirono in tre: Emanuele Caponi all’epoca 21enne, Cristian Tizzani che di anni ne aveva 19 e Lucilla Latini, la più giovane con i suoi 17 anni, nipote dell’allora sindaco Dino Latini.


LEGGI ANCHE: Ancona, schianto auto-scooter sulla provinciale del Conero. Una ragazza soccorsa dall'eliambulanza

 

La denuncia
Oltre all’autista, Daniele Spinsante, rimase miracolato anche Lorenzo Lampa che gli era seduto accanto. L’auto in discesa e con una velocità accertata dagli inquirenti di 117 km/h, finì per schiantarsi su un olmo con la fiancata posteriore. Dalla violenza dell’impatto l’abitacolo venne squarciato a metà. I tre passeggeri sul sedile posteriore, sbalzati per decine di metri, morirono sul colpo, i due davanti riuscirono a salvarsi. Su Spinsante emerse poi un tasso alcolemico ben oltre il consentito e scattò la denuncia. Il processo penale, concluso nel 2009, sancì per lui una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione senza condizionale. Una sentenza che in quel momento non aveva come capo d’imputazione l’omicidio stradale, introdotto dalla legge nel 2016. Il procedimento civile iniziato dopo quello penale e durato circa 10 anni, ha partorito nei giorni scorsi una sentenza di primo grado durissima nei confronti di Spinsante, ora 39enne commerciante agricolo con banco al mercato coperto di Osimo.

Le somme 

Non solo il giudice Silvia Corinaldesi lo ha condannato a risarcire i familiari di due delle vittime, ma anche la sua stessa assicurazione che aveva anticipato somme ingenti alle parti civili, ovvero a genitori e sorella di Emanuele Caponi e a genitori e fratello di Cristian Tizzani, tutti seguiti dall’avvocato Dino Latini. Non si costituirono invece parte civile i familiari di Lucilla Latini. In totale Spinsante è stato condannato a pagare 2.031.972 euro, di cui 1.164.402 suddivisi tra le sei parti civili: 207.382 euro a Carlo Alvaro Caponi, 207.382 alla moglie Silvana Duca, 147.821 alla figlia Elena e poi 217.189 a Giuseppe Tizzani, 226.996 alla moglie Lucilla Caponi e 157.628 al loro figlio Lorenzo. A queste somme Spinsante deve aggiungere 786mila euro da ridare alla assicurazione Fondiaria Sai, che ha fatto rivalsa in quanto dalle indagini emerse non solo lo stato acolemico del ragazzo al volante ma pure che la Ford Brava era stata meccanicamente modificata per aumentarne le prestazioni. Infine ci sono circa 80mila euro di spese legali.
  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico