OSIMO - Le famiglie dei malati osimani costrette da gennaio ad andare al Crass di Ancona per ritirare i farmaci a distribuzione diretta potranno ora usufruire del servizio a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Finalmente dopo mesi di stallo tra polemiche anche politiche e foto choc di malati e famigliari in fila al Crass, si è trovata una soluzione per evitare nuovi viaggi ad Ancona. «Felice di comunicare – si legge in una nota del sindaco - che da lunedì le famiglie osimane potranno ritirare i farmaci salvavita direttamente presso il poliambulatorio medico Asur ubicato in piazza del Comune con cadenza bisettimanale». Secondo Pugnaloni si tratta di «un buon risultato frutto del dialogo istituzionale e non di certo di chi gioca con lo smartphone a registrare qualche video davanti all’ospedale», riferendosi al recente video selfie dell’ex sindaco Dino Latini. E mentre Pugnaloni rivolge «un grazie speciale al direttore sanitario Asur, Nadia Storti», le reazioni al suo annuncio si sprecano. L’ex assessore latiniano Achille Ginnetti, che per primo aveva sollevato il caso dei malati pendolari mesi fa, ha commentato con veemenza: «Dopo 11 mesi nei quali siamo stati costretti ad andare a Ancona a ritirare i farmaci c’è poco da essere trionfalisti. Se ricordi – dice Ginnetti a Pugnaloni - ti ho scritto lo stesso giorno della chiusura del servizio, il 22 dicembre 2017. E ho consigliato proprio questa soluzione». Dunque la critica non è su come sindaco e Asur siano riusciti a trovare un modo per venire incontro ai malati, ma semmai la tempistica, considerata fin troppo lunga. Tuttavia per Pugnaloni «nella vita 11 mesi sono pochi, la pazienza e perseveranza nel raggiungere obiettivi importanti dovrebbe invece guidare ogni scelta nella vita, tanto più in quella istituzionale». Ma per Ginnetti e anche per il capogruppo di Territorio e Comunità, Fabio Pasquinelli, «quando si sta male 11 mesi non sono pochi». Proprio il destino dell’ospedale, compresa la farmacia interna che è stata riaperta due volte a settimana per rifornire i reparti, avevano riacceso già in queste ore il dibattito.
Dopo aver incontrato nei giorni scorsi il direttore dell’Inrca placando i toni e dando disponibilità a collaborare, ora Latini è tornato all’attacco. Prima ha postato sui social il video selfie di denuncia sullo smantellamento del nosocomio, poi ha organizzato per martedì sera un convengo per parlare proprio del futuro della sanità locale. «Dopo il taglio pure degli ambulatori di ostetricia e ginecologia, quello probabile del Cup, le attese di ore per il cambio del medico, l’inesistenza di reparti – commentano le Liste civiche - è ormai pacifico che dell’ospedale di Osimo non vi è più traccia». A quanto pare al convegno la partecipazione degli addetti ai lavori è stata scarsa e i latiniani accusano: «Siamo arrivati al punto che operatori sanitari non hanno partecipato all’incontro perché diffidati a essere presenti, pena sanzioni». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico