Ancona, Tagliata vuole l'abbreviato e punta sulla seminfermità

Antonio Tagliata
ANCONA - Il primo dicembre. È questo il giorno in cui inizierà il processo contro Antonio Tagliata, il 19enne killer reo confesso dell’omicidio di Fabio...

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ANCONA - Il primo dicembre. È questo il giorno in cui inizierà il processo contro Antonio Tagliata, il 19enne killer reo confesso dell’omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini, genitori dell’ex fidanzata 16enne. Il procedimento verrà celebrato tra poco più di un mese con rito abbreviato. La richiesta da parte di Manfredo Fiormonti, avvocato del ragazzo, è stata formalizzata ieri mattina durante lo svolgimento dell’udienza preliminare. Il pm Paolo Gubinelli ha contestato a Tagliata la premeditazione del duplice delitto aggravato dal rapporto di discendenza della ragazza con le vittime. E il ragazzo rischia l’ergastolo. Se venisse riconosciuta la seminfermità di mente e con il rito abbreviato, la pena, ipoteticamente, dall’ergastolo potrebbe diminuire in maniera consistente.

In aula anche Marco Pacchiarotti, legale delle famiglie dei coniugi uccisi dai colpi di pistola di Tagliata. Quattro parenti delle vittime - il padre e la sorella di Fabio, il fratello e la sorella di Roberta - si sono costituti parte civile: chiedono un risarcimento danni di 800 mila euro, 200 mila euro ciascuno. La loro presenza a giudizio è simbolica. Per rispetto nei confronti del maresciallo dell’Aeronautica militare e di sua moglie. Ma è anche un gesto che dimostra come i parenti della 16enne continuino a credere all’innocenza della ragazza. Tre mesi fa, la minore - relegata nell’istituto penitenziario di Nisida - è stata condannata in abbreviato a scontare 18 anni di carcere per concorso nel duplice omicidio dei genitori e porto abusivo d’armi. Le stesse accuse vengono mosse al 19enne boxeur. Una sola differenza: la premeditazione. Per la magistratura, l’uccisione della coppia sarebbe il frutto di un piano organizzato e ideato almeno un mese prima della mattanza di quel maledetto 7 novembre.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico