NUMANA - Svegliati di soprassalto da tre banditi incappucciati e costretti ad aprire la cassaforte sotto la minaccia di un cacciavite puntato alla gola. Un incubo ad occhi aperti...
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Una volta dentro hanno iniziato a frugare ovunque, rinvenendo un portafoglio ed altri oggetti di valore. Quindi si sono spinti fino alla camera matrimoniale per rovistare negli armadi e nei cassetti in cerca di preziosi, noncuranti dei coniugi che si trovavano a letto e del rischio di essere scoperti. Un problema che non si sono affatto posti nel momento in cui hanno trovato la cassaforte e deciso di svegliare moglie e marito per obbligarli ad aprirla. Trovandosi davanti a tre sconosciuti con il volto travisato da una sciarpa nera, d’istinto Falzone ha cercato di reagire ma è stato prima colpito con il cacciavite alla testa e poi immobilizzato da uno dei tre banditi. Aveva il capo cosparso di sangue, mentre la moglie veniva costretta ad aprire la cassaforte con l’arnese da scasso che l’altro rapinatore agitava all’altezza della sua gola. Sono stati attimi di vero terrore nei quali moglie e marito hanno davvero temuto il peggio. La preoccupazione maggiore era per il figlio minorenne che si trovava nella camera accanto, destato dalle urla e controllato a vista da un terzo complice senza che i genitori avessero la possibilità di vedere cosa gli stesse accadendo. “E’ successo tutto in pochi secondi - ha raccontato Elisabetta Mazzocchini -. Mio marito ha un carattere impulsivo e si è ribellato. L’hanno colpito alla testa e gli hanno bloccato le braccia dietro la schiena. C’era tanto sangue. Mentre uno lo teneva, l’altro si è rivolto a me con il cacciavite in mano". "Dammi tutto cassaforte”, le diceva in un italiano stentato. Dopo aver ripulito l’abitazione di denaro e preziosi, i tre malviventi sono fuggiti a bordo di una utilitaria parcheggiata davanti alla villetta e risultata rubata in Osimo tre giorni fa. Falzone li ha rincorsi in strada, inutilmente. Ad attenderli forse un quarto complice con le funzioni di palo ed autista. Sono partiti con le luci spente facendo perdere le proprie tracce nella nebbia. Sotto choc la famiglia ha allertato i carabinieri che, tornati ieri sul posto per un sopralluogo più approfondito, sono riusciti a raccogliere alcune impronte e ora stanno scandagliando le immagini delle telecamere pubbliche presenti nella zona in cerca di ulteriori indizi. Falzone è stato accompagnato in ospedale per medicare la ferita e dimesso dopo qualche ora. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico