Nel camion in porto 2 tonnellate di erba Maxi condanna alle custodi dello sballo

Nel camion in porto 2 tonnellate di erba Maxi condanna alle custodi dello sballo
ANCONA - Un gruppo, stando alla procura, doveva occuparsi del trasporto materiale di oltre due tonnellate di marijuana. Era stata fatta partire dall’Albania con direzione...

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ANCONA - Un gruppo, stando alla procura, doveva occuparsi del trasporto materiale di oltre due tonnellate di marijuana. Era stata fatta partire dall’Albania con direzione Mantova. Tappa intermedia, il porto di Ancona. Un altro gruppo, invece, sarebbe stato incaricato di sorvegliare l’intera operazione, seguendo il tir su cui era stata caricata la droga dallo scalo dorico fino alla Lombardia. 


 

Il viaggio che avrebbe potuto immettere sul mercato oltre 7 milioni di dosi di stupefacenti (per un valore di circa 20 milioni di euro) era stato bloccato nel piccolo comune di Medole dalla Guardia di Finanza di Ancona nel marzo 2017. In arresto c’erano finiti gli uomini trovati a bordo del camion: due uomini di origine albanese, 50 e 41 anni, e un tunisino 41enne. L’altro gruppo, composto da un chiaravallese di 62 anni e da due donne di 55 e 60 anni residente una a Falconara e l’altra a Chiaravalle, era stato inserito nell’indagine in un secondo momento. 
Gli stranieri avevano deciso di procedere con l’abbreviato. Lo scorso maggio, il procedimento a loro carico era terminato con tre condanne. La più alta era stata inflitta al 50enne albanese, residente a Montemarciano. Il gup aveva stabilito una pena di cinque anni e mezzo. Peggio è andata alle due donne che sono state giudicate a dibattimento. Difese dagli avvocati Giovanni Sabbatini ed Elena Martini, giovedì pomeriggio sono state condannate ognuna a sei anni e tre mesi di carcere. Per il chiaravallese, assistito dal legale Alessandro Sorana, la pena è di quattro anni e mezzo. Tutti e sei gli imputati dovevano rispondere in concorso di detenzione ai fini di spaccio con l’aggravante dell’ingente quantità degli stupefacenti sequestrati.


Secondo il pm Daniele Paci, le donne avrebbero avuto il compito di scortare il tir con la loro auto (una Kia Picanto) dal porto dorico fino al casello autostradale di Mantova. Sarebbe stato il 62enne ad agganciare le imputate, chiedendo loro il nominativo di un soggetto titolare di partiva Iva che potesse risultare il destinatario del contenuto del tir che, ufficialmente, trasportava panelli in cartongesso. Il fittizio acquirente del carico sarebbe risultato essere il tunisino giudicato in abbreviato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico