Maddalena Urbani, indagato un pusher ai domiciliari dove è stata trovata morta la figlia del medico eroe della Sars

Maddalena Urbani, 21 anni ancora da compiere, figlia dell'infettivologo Carlo, trovata morta in una casa sulla Cassia a Roma
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ANCONA - C'è un primo indagato per la morte di Maddalena Urbani, la ragazza, 21 anni ancora da compiere, figlia del medico eroe Carlo, trovata priva di vita sabato in un appartamento sulla Cassia, a Roma. La Procura della Repubblica di Roma ha proceduto all'iscrizione nel registro degli indagati una persona ritenuta legata al decesso della giovane di Castelplanio, che da qualche tempo viveva a Perugia. L'indagato è uno spacciatore siriano, arrestato ieri per detenzione di droga, che si trovava agli arresti domiciliari nello stesso immobile in cui è morta Maddalena. Nei suoi confronti i pm contestano la "morte come conseguenza di altro reato". L'autopsia della ragazza, fissata in un primo momento per questo pomeriggio,  è stata rinviata a domani, 30 marzo 2021, all'istituto di medicina legale del Gemelli.

 

Maddalena era una ragazza fragile, aveva perso il papà da piccola, non aveva neppure 3 anni quando papà Carlo se n’è andato per sempre. Il papà, l'infettivologo che isolò la Sars a costo della sua vita, è morto il 29 marzo 2003, esattamente diciotto anni fa. Maddalena (nella foto sotto con papà Carlo e la mamma) era la terzogenita della famiglia Urbani.

Maddalena è morta sabato, il 27 marzo, a due giorni dall’anniversario della scomparsa del padre. Aveva solo 20 anni, ne avrebbe compiuti 21 l’8 maggio. L’hanno trovata senza vita in un appartamento sulla Cassia, a Roma. «Mia sorella non era come l’hanno descritta - ha detto in lacrime il fratello Luca, 25 anni, secondogenito -. Malìa (questo il nome con cui preferiva essere chiamata) era fantastica, solare, socievole, empatica. Riusciva a fare amicizia con grande facilità, sapeva entrare nel cuore delle persone».

Maddalena era però anche inquieta, confusa, fragile. «Quando nostro padre se n’è andato - ha detto ancora Luca - lei era molto piccola, aveva pochi ricordi e neanche nitidi. È quella che più ha sofferto, che è stata colpita di più dalla sua scomparsa. Forse anche per questo non le piaceva parlarne, né a casa né in pubblico. Si estraniava, non voleva prendere parte in modo attivo alle iniziative per commemorare nostro padre o portare avanti le sue missioni. Ho tanti ricordi con lei…in particolare il nostro ultimo viaggio insieme, in Vietnam due anni fa, per un matrimonio. Ero colpito dal modo in cui interagiva anche con chi non conoscesse. Questa era mia sorella».

 

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Corriere Adriatico