MONTEMARCIANO - L'immagine di Lorenzo Marasca vola in alto, nel cielo, verso nord, appesa a un nugolo di palloncini candidi mentre viene sparato un rap sul sagrato della...
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Sono queste le istantanee più nitide di un funerale che stringe i cuori di tutti ma che suscita applausi e abbracci da parte degli amici più stretti e dei tanti che conoscevano il venticinquenne di Marina di Montemarciano che ha trovato la morte nel tragico incidente stradale di lunedì scorso sulla curva della casa cantoniera sulla Clementina a Chiaravalle. Una curva maledetta, una strada famigerata. La chiesa è piena di gente, c'è un'intera comunità in lutto. L'organo suona note soffuse di introduzione mentre la bara di legno bianco è avvolta di fiori. Fuori dalla chiesa sono appesi due striscioni: uno con la scritta verde che recita «nuje vulimm' na speranza pe campà. Ciao Raz» e l'altro che gli augura «Buon viaggio Raskio dagli amici di sempre». Gesti semplici ma sentiti come la commozione dell'anziano don Franco che si asciuga le lacrime mentre legge della resurrezione di Lazzaro dal Vangelo di Giovanni e del parroco don Giuliano che invita, nell'omelia, a non cedere alla disperazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico