MONSANO - Nessuna revoca della misura degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico per Umberto Spinelli (18 anni) e Antonio Di Rocco (19), i due rom falconaresi...
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Ieri il Gup del Tribunale di Ancona Francesca Zagoreo ha sciolto la riserva sull'istanza presentata lo scorso 19 febbraio nel corso dell'udienza preliminare dagli avvocati difensori dei due imputati, i quali chiedevano di togliere il braccialetto elettronico e revocare i domiciliari, commutandoli in una misura custodiale più lieve, tipo l'obbligo di firma. Il giudice - accogliendo la richiesta dei difensori delle parti lese, avvocati Ivana Ballante per Ciocci e Laura Versace per Coccioli - aveva rinviato a giudizio i due rom e si era riservato sulla richiesta di togliere il braccialetto. Ieri, la richiesta è stata rigettata. Pertanto Spinelli e Di Rocco restano ai domiciliari presso il campo rom di Falconara Marittima con il braccialetto al polso. Una decisione nella quale pesano la gravità dei reati, ma anche il comportamento in sede processuale: i due hanno negato, senza chiedere scusa né avanzare una qualsiasi ipotesi risarcitoria. Insomma, nei due imputati non sembra trasparire alcun segno di ravvedimento. Gli avvocati delle parti lese hanno formulato la costituzione di parte civile con richiesta di risarcimento di 3.000 euro per Coccioli ("vogliamo solo giustizia, infatti la cifra è simbolica, ma vogliamo dare un segnale forte", dice l'avvocato Laura Versace) e di una provvisionale di 50.000 euro per Ciocci, che aveva avuto la peggio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico