Marina militare, appalti nel mirino Due ufficiali arrestati per concussione

Marina militare, appalti nel mirino Due ufficiali arrestati per concussione
ANCONA - Due ufficiali della Marina militare sono stati arrestati a Roma e ad Ancona dai carabinieri di Taranto per concorso nel reato di concussione nell'ambito di appalti...

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ANCONA - Due ufficiali della Marina militare sono stati arrestati a Roma e ad Ancona dai carabinieri di Taranto per concorso nel reato di concussione nell'ambito di appalti gestiti dalle Forze Armate.






Ai due è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Taranto Pompeo Carriere su richiesta del sostituto procuratore Maurizio Carbone. Contestualmente è in atto l'esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per equivalente per un importo complessivo di 500 mila euro.



In carcere sono finiti il capitano di corvetta Alessandro Dore, ora in servizio presso il Comando Scuole della Marina Militare di Ancona, e il capitano di fregata Giovanni Caso, attualmente in servizio presso l'Ufficio Centrale del Bilancio e degli Affari Internazionali del ministero della Difesa.



I provvedimenti di sequestro sono a carico di 10 indagati: 8 ufficiali (compresi i due arrestati), un sottufficiale ed un dipendente civile della Marina Militare. I due arrestati rispondono per presunti illeciti commessi quando erano in servizio al quarto Reparto della Direzione di Commissariato di Taranto della Marina Militare (Maricommi).



Le misure cautelari scaturiscono dall'attività investigativa condotta dai militari dell'Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo provinciale, che aveva già portato ad altri otto arresti.



Durante gli interrogatori di garanzia, a quanto si è appreso, si registrarono importanti ammissioni di responsabilità, in particolare da parte di un indagato che, nel fornire ulteriori nomi di imprenditori costretti a pagare tangenti, supportò quanto già appurato nella prima fase dell'indagine. Il sistema ideato, secondo l'accusa, faceva sì che gli imprenditori concussi fossero vittime di un sistema di tangenti che in alcuni casi si trasferiva da un comandante all'altro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico