Il cuore dell'Ambalt batte da trent'anni

I clown dottori
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ANCONA - Un cuore, quello di Ambalt, l'Associazione marchigiana bambini affetti da leucemia o tumori, che batte fin dal 17 aprile 1984. Una missione, quella dei volontari, che non ha mai rallentato di frequenza e che è sempre più in movimento anche sul territorio nazionale. E proprio il 17 aprile si è tenuta la festa che ha celebrato i trent'anni della Onlus marchigiana.








"Quando l'Ambalt è sorta, l'intenzione era quella di effettuare un miglioramento delle condizioni di vita del bambino e delle famiglie. Per prima cosa, noi diamo ’amicizia’ ai nostri assistiti. Vogliano infatti che i pazienti e le loro famiglie non si sentano abbandonati", ha esordito Maurizio Passarini, presidente dell'associazione.



"Quelli di Ambalt sono ancora dei piccoli passi, ma siamo felici del cammino portato avanti finora. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada, intensificando la nostra attività", ha spiegato Sergio Santomo, delegato Ambalt di Ancona. Molteplici i momenti di riflessione succedutisi nel corso della serata. Ma anche i sorrisi. Tra gli ospiti della sera al Passetto c’erano Monsieur David, dal fortunato programma di Italia Uno "Colorado", e Marco Santini, violinista marchigiano di fama internazionale. Coinvolgente e commovente, inoltre, l'intervento della scrittrice Mariolina Reccola, che, presente con il proprio libro "Favola Incompiuta", ha poi preferito leggere una lettera di ringraziamento all'Ambalt e alla città di Ancona e ai suoi abitanti.



Un team di clown dottori, infine, ha mostrato l'aspetto più "ludico" dell'associazione, stimolando positivamente i presenti, tra creatività e buon umore. "Il reparto che attualmente utilizziamo è stato costruito grazie ai fondi raccolti da Ambalt. Ad oggi, il 70% dei bambini affetti da questo tipo di patologie guarisce. Un traguardo che cinquant'anni fa non immaginavano fosse minimamente raggiungibile", ha commentato Paolo Pierani, Direttore del reparto di Oncoematologia dell'Ospedale G.Salesi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico