Un pool di avvocati per gli alluvionati di Senigallia: «Vogliamo aiutare le indagini»

Un pool di avvocati per gli alluvionati di Senigallia: «Vogliamo aiutare le indagini»
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SENIGALLIA - Un pool di avvocati a sostegno degli alluvionati che pretendono giustizia. L’iniziativa è nata da Simeone Sardella, noto legale di Senigallia, che ha lanciato un appello sui social per ottenere la maggiore adesione possibile. «Sto cercando di costituire un pool di legali per tutte le azioni necessarie a ottenere giustizia verso i responsabili – dice - e non parlo di eventuali, perchè qui di responsabili ce ne sono eccome. Ho già ricevuto adesione di alcuni validissimi colleghi.

 

Siamo a disposizione di tutti gli alluvionati che lo vorranno. Nel frattempo documentate tutti i danni». 

Il precedente

C’è già un Coordinamento di alluvionati, nato dopo l’esondazione del 3 maggio 2014, guidato dall’avvocato Corrado Canafoglia. Per il momento il Coordinamento di Canafoglia non si è espresso su questa seconda e più disastrosa esondazione mentre altri avvocati si stanno attivando. Canafoglia alle ultime elezioni si era candidato come consigliere regionale in una lista civica in sostegno di Acquaroli e Simeone Sardella è stato consigliere comunale del Pd. Politicamente distanti.

Gli obiettivi

«Il nostro non sarà un Coordinamento – precisa l’avvocato Sardella – non vogliamo metterci in contrapposizione con nessuno né farne una questione politica. Vogliamo solo aiutare tanta gente che ancora adesso è sola. Ci sono persone isolate, che non hanno corrente elettrica e che quindi non possono chiamare e nemmeno seguire gli aggiornamenti del Comune. È necessario programmare quanto prima un intervento porta a porta per andare a vedere i bisogni della popolazione, finora in buona parte abbandonata a se stessa». I nuovi alluvionati, che in alcuni casi sono di nuovo alluvionati, sono pronti a costituirsi parte civile in un processo che sono certi partirà anche per questa di esondazione. 
Un’emergenza idrogeologica che corre molto più veloce della giustizia perché, dopo otto anni, si è di fronte ad una nuova alluvione mentre ancora è in corso il processo per la prima. «Noi vogliamo aiutare la procura nelle sue indagini – prosegue Sardella – e per questo è necessario il contributo di tutti. Intanto invito i cittadini a fotografare e documentare tutto. Dovranno essere valutate eventuali carenze nell’allertare la popolazione, addirittura ci sono zone dove l’allerta non è mai arrivato. Sono esterne al perimetro dell’attuale zona a rischio esondazione, valuteremo se avrebbero comunque dovuto essere allertate, ma seguendo l’andamento della piena probabilmente ne era prevedibile la direzione, in base ai livelli del territorio, informando di conseguenza la popolazione». 

Gli orari

L’avvocato aggiunge: «Mi risulta che il fiume abbia cominciato ad esondare nel tratto cittadino intorno alle 23.40, mentre in via Castelfidardo, ad esempio, la piena è arrivata intorno all’1.30. Prima ancora della procedura di allerta, bisognerà comprendere se ci sono stati dei colpevoli ritardi nella realizzazione delle vasche d’espansione e in tutte le opere necessarie all’ordinaria manutenzione del Misa». Una zona esterna al rischio alluvione è quella compresa tra via Verdi e via Sanzio, dove però l’acqua si è incanalata uscendo da ponte Garibaldi. Qui i residenti si sono accorti da soli e troppo tardi di ciò che stava accadendo».

 

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Corriere Adriatico