Manifattura Tabacchi, i sindacati in Regione per dire no al concordato

Manifattura Tabacchi, i sindacati in Regione per dire no al concordato
ANCONA - In vista del Consiglio di amministrazione di mercoledì 5 ottobre, che le organizzazioni sindacali definiscono «delicatissimo per il futuro...

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ANCONA - In vista del Consiglio di amministrazione di mercoledì 5 ottobre, che le organizzazioni sindacali definiscono «delicatissimo per il futuro dell'azienda», le segreterie regionali Cgil Cisl Uil e la Rsu della Manifattura Tabacchi di Chiaravalle hanno incontrato, in Regione gli assessori al Lavoro Loretta Bravi e all'Industria, Manuela Bora. La Manifattura impegna attualmente 65 lavoratori nello stabilimento marchigiano e una ventina a Roma. Negli ultimi cinque anni dieci lavoratori sono usciti dal ciclo produttivo.


I sindacati temono che le strategie aziendali puntino verso una richiesta di concordato, per le quali, sostengono, «non ci sono le condizioni, in quanto la Manifattura ha margini di guadagno significativi». I sindacati, si legge in una nota, hanno accennato ad accordi internazionali in corso di definizione che, se confermati, da soli assicurerebbero lavoro per tutti gli operai attualmente impiegati. «Le prospettive aziendali sembrerebbero positive - hanno spiegato agli assessori -. Invece ci troviamo di fronte a una situazione di incertezza che preoccupa, in quanto notiamo scollamenti incomprensibili nelle scelte operate che fanno prefigurare l'obiettivo di giungere a un concordato». Bora e Bravi hanno espresso solidarietà ai lavoratori e confermato l'impegno istituzionale a cercare una soluzione positiva. «Non si possono cancellare oltre due secoli di storia marchigiana - hanno detto -. Serve chiarezza per inquadrare la situazione e percorrere le strade necessarie a tutelare il lavoro e salvaguardare l'occupazione». Gli assessori hanno aggiornato la riunione a giovedì prossimo: sulla base degli esiti del Consiglio di amministrazione, la Regione si attiverà per ricercare un confronto con la proprietà ed, eventualmente, per aprire i tavoli necessari a gestire la situazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico