OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA - Un anconetano di 56 anni, con a carico numerosi precedenti e pregiudizi di Polizia, commessi mediante l’uso della violenza, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Alle ore 10.30 circa la Squadra Volanti è intervenuta in via Astagno dove una signora aveva contattato il numero di emergenza 112, richiedendo l’intervento delle Forze dell’Ordine: suo figlio, in preda ad una crisi di rabbia, la stava minacciando di morte e stava distruggendo mobilio e suppellettili della abitazione. Dalla comunicazione con la Sala Operativa si percepiva chiaramente lo stato emotivo della donna, estremamente impaurita e restia a fornire informazioni al telefono, mentre in sottofondo si sentiva una voce maschile dal tono molto adirato che stava proferendo frasi non comprensibili.
La madre terrorizzata
Giunti all’abitazione, la signora appariva terrorizzata e comunicava con gli operatori a bassa voce e con dei gesti per non essere vista dal figlio.
L’uomo non ha fornito alcuna spiegazione agli agenti ma ha perseverato con il suo comportamento provocatorio e intimidatorio nei confronti degli operatori fino a quando, vedendo la madre parlare con gli agenti, ha iniziato ad inveire, tentando di avvicinarli con foga e con fare minaccioso. I poliziotti lo hanno fermato in tempo, lui ha reagito colpendo con forza un agente e iniziando una colluttazione con gli operatori. Successivamente, con professionalità e tecnica operativa, gli operatori sono riusciti a fermare l’uomo e a contenerlo.
Comportamento oltraggioso
Durante il tempo necessario al trasporto all’interno dell’autovettura di servizio l’uomo ha però reiterato il proprio comportamento oltraggioso nei confronti degli operanti inveendo con toni elevati. L’uomo, nel 2019, aveva già ricevuto un ammonimento dal questore per maltrattamenti in famiglia ed estorsione. All’esito dell’udienza per direttissima, ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, il pericolo di reiterazione della condotta, nonché l’inidoneità della misura degli arresti domiciliari in quanto residente con la madre, all’uomo è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico