Ingresso a pagamento e controllo con le app per le spiagge libere: Ancona si orienta per 2 euro a persona

La spiaggia di Mezzavalle, una delle meraviglie della costa marchigiana
ANCONA  - Sì alle spiagge libere, ma fino a un certo punto. Saranno a numero chiuso, con spazi prestabiliti e, in alcuni casi, a pagamento. La Regione Marche ha acceso...

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ANCONA  - Sì alle spiagge libere, ma fino a un certo punto. Saranno a numero chiuso, con spazi prestabiliti e, in alcuni casi, a pagamento. La Regione Marche ha acceso il semaforo verde e a inizio settimana il governatore Luca Ceriscioli firmerà il protocollo per la stagione balneare che comincerà - è confermato - il 29 maggio. Il provvedimento riguarderà sia gli chalet, sia le spiagge libere. Se per i primi le misure sono in fase di definizione - si parla di 12 mq per ombrellone e una distanza di 4 metri tra una fila e l’altra - per le aree non in concessione le idee sono più chiare: bisognerà sistemarsi con il proprio asciugamano/lettino a 2 metri dagli altri, che diventano 4 se ci si porta l’ombrellone da casa.


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Ovviamente, non ci sono limiti per i “congiunti” (componenti dello stesso nucleo familiare, parenti, fidanzati, ma il concetto andrà definito meglio), fermo restando che la distanza interpersonale di un metro è sempre consigliata. «Ci sembra giusto rispettare il diritto di ognuno ad andare al mare non in strutture private: le spiagge libere verranno garantite» sottolinea Moreno Pieroni, assessore regionale al Turismo, che ieri ha avuto un confronto con i sindaci delle città rivierasche.

 
Se il monitoraggio negli stabilimenti è difficoltoso, nelle spiagge libere lo è il doppio. E allora, il primo punto della strategia è una campagna di sensibilizzazione pressante, con indicazioni precise su cosa si può fare e cosa no e sul corretto comportamento da tenere. Il secondo punto riguarda le già citate distanze per evitare assembramenti: ma suddividere gli spazi dell’arenile significa imporre un numero chiuso e una prenotazione obbligatoria. Tutto il resto, invece, è demandato all’iniziativa dei singoli Comuni, a cui verranno date delle linee-guida da applicare: ad esempio, bagni chimici, docce e dispenser per l’igienizzazione delle mani.

Spetterà alle Amministrazioni locali anche la gestione della sicurezza e questo sarà il nodo principale: chi si occuperà dei controlli? Alcuni Comuni hanno avanzato una proposta destinata a far discutere perché potrebbe essere interpretata come una tassa sulla tintarella: una quota pro-capite di 1 o 2 euro per garantirsi un posto al sole e sovvenzionare il servizio di sicurezza, con sorveglianti che si occuperanno di fornire assistenza, conteggiare i presenti e verificare il rispetto delle distanze. Dei controlli potrebbero occuparsi volontari delle associazioni collegate alla Protezione civile, le cooperative, ma anche gli stessi Comandi di polizia locale.

Il problema è particolarmente sentito ad Ancona, dove le spiagge libere, per la loro conformazione, richiedono una gestione tutt’altro che agevole, da Palombina a Portonovo, passando per Torrette e il Passetto, ma soprattutto a Mezzavalle, dove scongiurare gli assembramenti, nel clou dell’estate, sembra un’impresa omerica, anche sul ripido stradello che, peraltro, non fa parte del Demanio né rientra nei sentieri del Parco del Conero e, dunque, è di competenza del Comune. L’associazione Mezzavalle Libera, insieme alle altre (Pungitopo, Italia Nostra, Portonovo per Tutti, Mare Libero) ha chiesto al sindaco Valeria Mancinelli un incontro «per capire quando potremo andare in spiaggia (è vietato fino al 18 maggio e nei weekend successivi, ndr) e se potremo usufruire di Mezzavalle - spiegano Claudio Molinelli e Andrea Fantini -. Chiuderla non avrebbe senso: piuttosto, auspichiamo un servizio di bagnini rafforzato per attuare i controlli e un’opera di sensibilizzazione con volantini e social. Mezzavalle a numero chiuso? E’ il male minore, ma chi si occuperà dei controlli?».


Il Comune sta valutando più opzioni e prende quota quella dei Verdi: «Ci basiamo sul modello spagnolo - spiega la portavoce Roberta Montalbini -, cioè l’Amministrazione mette a disposizione docce, servizi igienici, manutenzione e installa basi di ombrelloni a una certa distanza, cosicché ognuno può portare con sé le proprie attrezzature o un semplice telo». Servirà prenotarsi, chiaro: magari tramite una App che preveda un turnover «per permettere un accesso democratico alla spiaggia o turni mattino/pomeriggio». E il costo? «Due euro per ogni spazio-ombrellone e il Comune pagherà tutto il resto, anche la vigilanza e la sanificazione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico