Loreto, restyling della Santa Casa A ottobre conclusa la prima parte

LORETO - Restaurare cupola, affreschi interni e parte alta della basilica della Madonna di Loreto (Ancona) evitando di chiudere alla vista per mesi la struttura con impalcature...

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LORETO - Restaurare cupola, affreschi interni e parte alta della basilica della Madonna di Loreto (Ancona) evitando di chiudere alla vista per mesi la struttura con impalcature esterne posate al suolo e senza interferire sulla normale fruizione del luogo sacro di fedeli e visitatori.


E’ la soluzione resa possibile grazie al miracolo ingegneristico di “Ponteggi Euroedile”, società di Postioma di Paese (Treviso) specializzata nella progettazione e realizzazione di ponteggi “estremi”, la quale si è aggiudicata l’operazione, funzionale ad un più ampio progetto di restauro della Santa Casa sostenuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e realizzato dalla Costruzioni Ingg. Penzi spa di Caserta e dalla Gi.So. srl di Roma.

Per consentire ai restauratori di lavorare su tre distinti livelli, a 34, 45 e 59 metri  d’altezza, Euroedile ha utilizzato più di 175 mila chilogrammi di strutture in metallo, una massa che sarebbe però lievitata almeno del 30%, con parallelo aumento dei costi, qualora si fosse optato per i metodi tradizionali normalmente utilizzati in edilizia. Ancorando invece il sistema alle pareti esterne e impiegando solo quattro colonne portanti ai vertici del perimetro dell’area di lavoro, l’impatto visivo e le limitazioni al consueto svolgimento delle visite e delle funzioni sacre, in uno fra i più frequentati luoghi di culto mariano al mondo, sono risultati minimi.

«E’ stata la constatazione della quantità di fedeli che accedono tutti i giorni alla basilica e delle loro aspettative di bellezza e raccoglimento – spiega Nereo Parisotto di Euroedile – che ci ha indotto, già dal primo sopralluogo, ad azzerare il progetto iniziale il quale avrebbe precluso il passaggio e la permanenza dei visitatori praticamente in tutta l’area soggetta al restauro». Il sistema di tre ponteggi ha richiesto l’impiego di 20 addetti della società presieduta dal fondatore, Nereo Parisotto, e ciascuna delle strutture sarà utilizzata per durate diverse.


Quella esterna potrebbe essere rimossa a fine ottobre, quando saranno ultimati gli interventi di recupero della parte alta della basilica, firmata in successione dagli architetti rinascimentali Donato Bramante, Francesco Boccalini e Lattanzio Ventura e conclusa nel 1587. Si protrarrà probabilmente più a lungo, invece, il consolidamento di edifici come l’Ufficio del Rettore e il passaggio aereo fra Basilica e Palazzo Apostolico, comprendendo in questa fase anche il ripristino dello stato originario delle vetrate istoriate del tamburo. Non c’è una scadenza precisa anche per il restauro della copertura in piombo della cupola e degli affreschi interni di Cesare Maccari, realizzati tra il 1897 ed il 1907. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico