Loreto, l'ultima profezia del “guru” Punta sul Leicester prima di morire

I due dei sei biglietti vincenti regalati a De Rosa e l'ex insegnante Massimo Ceccacci
LORETO - «Massimo Ceccacci prima mi ha aiutato moralmente, spiritualmente ed anche nel lavoro, poi mi ha salvato. E' morto praticamente tra le mie braccia, come mio...

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LORETO - «Massimo Ceccacci prima mi ha aiutato moralmente, spiritualmente ed anche nel lavoro, poi mi ha salvato. E' morto praticamente tra le mie braccia, come mio padre anni fa; “Massi Cecca” non lo dimenticherò mai: sono finalmente un uomo libero e migliore grazie a lui!».

Parla con la voce rotta dalla commozione e asciugandosi le lacrime Antonio De Rosa, giovane insegnante di educazione fisica dell'istituto alberghiero di Loreto, mentre ricorda Massimo Ceccacci, il suo collega di 62 anni che è morto nel piazzale della scuola la sera del 4 maggio, colpito probabilmente da un infarto. Antonio De Rosa parla della sua vita, quasi persa in un giro vorticoso e disperato di scommesse alla ricerca di qualcosa che il gioco non gli avrebbe mai dato. Quel vuoto cercò di colmarglielo l'amico Massimo Ceccacci, anche lui insegnante ma al fine della sua carriera. «Un uomo dalla grande spiritualità, molto legato ai suoi studenti, e devoto alla Madonna di Loreto». Ceccacci gli predisse la vittoria del Leicester, la squadra di calcio di Ranieri, rivelazione del campionato inglese, già dall'ottobre dell'anno scorso. Lo incitò a scommettere su quella squadra, gli regalò anche due sue giocate, il tutto per ripianare un debito di 30 mila euro che ormai stava distruggendo la vita di De Rosa. Ma c'era un'unica promessa: dare una parte della vincita alla figlia  e dopo la vittoria, pagato il debito, avrebbe dovuto smettere. Poi siamo alla storia recente. Il Leicester come per magia vince. Ceccacci, soprannominato "il guru", invece morì poco dopo proprio tra le braccia dell'amico Antonio all'uscita della palestra. Vano ogni tentativo di salvarlo chiedendo aiuto disperatamente al 118.  

«Racconto oggi tutto questo soprattutto per ringraziarlo e dirgli pubblicamente che gli ho voluto e gli voglio bene  - spiega Antonio De Risa - e per dire a tutti quello che già in moltissimi sanno: era un uomo incredibile, eccezionale, un uomo buono. Un amico vero, un autentico uomo di Dio che mi ha aiutato tanto, anzi mi ha salvato la vita... Da allora non ho più scommesso e non scommetterò mai più nella mia vita».


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