JESI - Violento litigio fuori da una discoteca a Jesi: giovane di Porto Recanati accoltellato ad una gamba e rapinato. Una banale discussione, cominciata per futili motivi,...
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Si tratta di un ventitreennee albanese, residente ad Ancona, denunciato a piede libero dai militari dell’Arma. Ora dovrà rispondere dei reati di lesioni personali e di rapina. L’episodio era avvenuto lo scorso 9 febbraio, fuori da una discoteca di Jesi. Secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri della stazione di Porto Recanati, in collaborazione con i colleghi di Jesi, l’albanese avrebbe accoltellato il giovane di Porto Recanati, colpendolo alla coscia destra con un fendente. Poi è scappato via, non prima di aver rubato alla vittima il cellulare.
Erano circa le 3 quando i due giovani si sono messi a litigare fuori dal locale di Jesi forse per qualche bicchiere di troppo. Un battibecco, e dalle parole si è passati ai fatti. Il ventitreenne albanese, al culmine della discussione ha tirato fuori un coltello ed ha colpito il ragazzo di Porto Recanati. Quest’ultimo è stato subito soccorso e medicato dal personale medico e sanitario intervenuto sul posto. Il portorecanatese ha riportato ferite alla coscia destra giudicate guaribili in dieci giorni. Dopo essersi ripreso, il ragazzo si è recato presso la caserma dei carabinieri della stazione di viale Europa, guidata dal luogotenente Giuseppino Carbonari, per sporgere denuncia di quanto accaduto nella notte.
Da qui i militari dell’Arma della locale stazione, in collaborazione con quelli di Jesi, hanno fatto scattare le indagini per identificare l’aggressore, che si era anche impossessato del telefono cellulare della vittima.
L’altro ieri l’epilogo della vicenda, al termine degli accertamenti. L’albanese, grazie ad una serie di indagini supportate anche dal riconoscimento fotografico, è stato identificato e denunciato a piede libero alla competente autorità giudiziaria per i reati di rapina e di lesioni personali. Di fondamentale importanza la collaborazione tra i carabinieri di Porto Recanati e i colleghi di Jesi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico