Il ladro è irriducibile: arrestato per furto, ruba il cellulare al pm. Condannato dal tribunale di Ancona

Il ladro è irriducibile: arrestato per furto, ruba il cellulare al pm. Condannato dal tribunale di Ancona
ANCONA - Va in tribunale per la convalida dell’arresto dopo aver commesso un furto e in aula ne approfitta per rubare il cellulare al pm, sorprendendolo in un suo...

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ANCONA - Va in tribunale per la convalida dell’arresto dopo aver commesso un furto e in aula ne approfitta per rubare il cellulare al pm, sorprendendolo in un suo momento di distrazione. Per la serie: si tenta il tutto per tutto. Poco importa se si è in tribunale. La vicenda alquanto bizzarra è emersa ieri mattina al quinto piano del palazzo di giustizia di Ancona. Il ladro, un 38enne di Fidenza, è stato condannato dal giudice Carlo Cimini a sei mesi di reclusione per il furto del cellulare avvenuto il 9 dicembre 2021 al tribunale di Parma. 

 

La discussione


Essendo coinvolto un magistrato dell’Emilia Romagna, il fascicolo d’indagine è arrivato nel nostro distretto per competenza ed è stato discusso ieri. Si è, di fatto, trattato del proseguo di una direttissima, perché all’epoca dei fatti il 38enne era stato arrestato dopo essere stato trovato in possesso del cellulare, un Samsung S21, che la pm aveva lasciato sulla sua postazione, non immaginando che qualcuno potesse rubarlo. E, invece, ci aveva pensato il 38enne. 

Lo avevano arrestato per scippo di un cellulare


Stando a quanto emerso, l’uomo era stato arrestato il giorno prima dello scippo del cellulare. Aveva commesso un furto per le vie di Parma, ma era stato bloccato dalla polizia. Era finito in manette. Il giorno seguente, il 9 dicembre 2021, era stato portato in tribunale per la convalida. Durante le fasi del processo, approfittando di un attimo di distrazione del pm, aveva rubato il telefonino, mettendoselo in tasca. Il giudice non aveva poi convalidato l’arresto, disponendo la libertà immediata del 38enne.


Lui era stato accompagnato in questura per sbrigare alcune pratiche. Poco dopo la fine dell’udienza, però, era saltato fuori che il cellulare del magistrato era sparito. Le ricerche in aula non avevano dato esito. Era stato un cancelliere a chiamare poi un poliziotto e facendo sorgere il dubbio che probabilmente il responsabile era l’uomo che fino a pochi minuti prima era stato in aula. Ed effettivamente, il 38enne era stato trovato in possesso del cellulare. Com’era finita? Erano scattate le manette bis. Il secondo arresto nel giro di 24 ore. 

 

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Corriere Adriatico