La linea stregata da 14 anni: soppressa anche la navetta. Dopo il bypass del capoluogo, stop al collegamento bus con Falconara

La linea stregata da 14 anni: soppressa anche la navetta. Dopo il bypass del capoluogo, stop al collegamento bus con Falconara
ANCONA Una tratta da incubo per i pendolari del capoluogo. Raggiungere il posto di lavoro nell’entroterra è diventato un’impresa. La corsa ad ostacoli è...

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ANCONA Una tratta da incubo per i pendolari del capoluogo. Raggiungere il posto di lavoro nell’entroterra è diventato un’impresa. La corsa ad ostacoli è cominciata addirittura quattordici anni fa, nel 2009. Il peccato originale è stato la soppressione della fermata alla stazione centrale di Ancona del treno Frecciabianca Ravenna-Roma.

 

La storia

In Regione era al governo la giunta Spacca. Il suo successore, Luca Ceriscioli, molti anni dopo nel 2018, aveva promesso che se ne sarebbe occupato. Che avrebbe dato battaglia per ripristinare la fermata smarrita, lasciando a piedi i tanti pendolari in partenza dal capoluogo. Ma nonostante le buone intenzioni e le promesse, la situazione non ha visto alcun cambiamento. Tanto che ad oggi lo stop del treno ad Ancona non è previsto nemmeno nella conversione del Frecciabianca in Frecciargento. Ma sempre cinque anni fa è sopraggiunta un’ulteriore beffa. Infatti ad essere stato soppresso anche il collegamento su bus navetta dalla stazione di Ancona a quella di Falconara. Un servizio nato appositamente per sopperire alla mancanza della fermata anconetana lungo la tratta del vecchio Frecciabianca. Era il 10 giugno del 2018: la navetta cessava la sua attività. Da allora lo scenario non ha subito variazioni. Tanto meno in meglio. Nel senso che nessuna navetta è stata ripristinata. Inutile ribadire che nemmeno la fermata del Ravenna-Roma ad Ancona è stata recuperata. Ai pendolari non resta che raggiungere Falconara Marittima con mezzi propri, oppure prendere il treno per Falconara e aspettare circa una mezz’ora per il collegamento direzione Roma.

Le ragioni

«Le motivazioni della soppressione sono puramente economiche: si registrava un numero di passeggeri molto esiguo che non consentiva la copertura dei costi fissi del servizio», spiegava Trenitalia aggiungendo che comunque «sono presenti alternative da e per Ancona con treni regionali in connessione con il Frecciabianca, con tempi di percorrenza praticamente equivalenti al servizio bus». Insomma una scia di problemi che si propaga da quattordici anni e su cui oggi pesa l’ultima complicazione procurata dalla conversione del Frecciabianca in Frecciargento che ha fatto decadere la validità degli abbonamenti.

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Corriere Adriatico