ANCONA - Fuochi d’artificio finali, l’evoluzione di un delfino che non ha voluto perdersi la festa, la spettacolare processione in mare con decine di imbarcazioni al...
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Prima la processione a terra, dal sacello da cui è stata prelevata la statuetta della Madonna, poi l’imbarco in mare ed il momento toccante, da parte dell’Arcivescovo Angelo Spina e dell’assessore al porto Ida Simonella (in sostituzione del sindaco Mancinelli impegnato nella festa del Pd a Ravenna), del lancio di una corona d’allora a ricordo di tutti i caduti in mare. Quindi il ritorno in banchina, dove c’era tanta gente in attesa, e la celebrazione della Santa Messa. «Dobbiamo custodire l’acqua ed il mare. Difenderlo e preservarlo dalle distese inerti di plastica galleggiante - ha detto Mons Spina - perché rappresenta la vita. Dobbiamo usare e non abusare di questo grande bene. Cosi come difendere tutte le persone che, a vario titolo, lavorano al porto, fonte di ricchezza per la comunità. E nello stesso tempo - ha concluso- aprire il cuore, nell’esempio di san Francesco, che da qui partì per l’Oriente 800 anni fa, ai tanti essere umani che fuggono dai loro paesi da guerra, fame e persecuzione».
«Occorre mettere al centro le persone - ha ribadito l’assessore Simonella - e creare, come siamo facendo, nuovi investimenti sul porto che possano generare lavoro e sviluppo per la nostra gente». Anche per Rodolfo Giampieri, presidente Ap, «il porto deve sempre più rappresentare il traino economico per la città». Hanno portato il loro saluto anche Mattia Pignataro, giovane ed appassionato presidente della Stella Maris, gli ammiragli Enrico Moretti e Alberto Bianchi, il questore Claudio Cracovia, Fabio Sturani per la Regione Marche.
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Corriere Adriatico