«Beveva e mi picchiava e quando ero incinta mi ha buttata dalle scale». L’ex finisce a giudizio

«Beveva e mi picchiava e quando ero incinta mi ha buttata dalle scale». L’ex finisce a giudizio
JESI -  «Una volta mi ha dato uno schiaffo in faccia e sono quasi venuta. Le minacce e le violenze sono state tante. Non ho denunciato a lungo, ho cercato sempre di...

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JESI -  «Una volta mi ha dato uno schiaffo in faccia e sono quasi venuta. Le minacce e le violenze sono state tante. Non ho denunciato a lungo, ho cercato sempre di giustificarlo e aiutarlo, ma ho solo subito. Sono andata al lavoro con i lividi». Stralci della testimonianza di ieri di una 28enne, parte civile nel processo contro l’ex convivente. L’uomo, 27enne di Jesi, deve rispondere di maltrattamenti in famiglia.

 

La denuncia della donna, che vive fuori regione con la figlioletta, risale al 2021, dopo una relazione di un decennio. Era stato il gip, sulla scorta degli accertamenti dei carabinieri, a porre fine all’incubo denunciato dalla 28enne, emettendo nei confronti dell’imputato il divieto di avvicinamento alla vittima. Stando a quanto riportato da lei ieri in aula, i soprusi sarebbero stati continui e iniziati quando lei aveva il pancione. Ha riferito di essere stata «gettata dalle scale» quando era incinta. Il comportamento vessatorio del 27enne sarebbe poi esploso dopo la nascita della figlioletta, nel 2013.

«Ho iniziato a subire violenze psicologiche – ha raccontato -. Per un nulla scattava, mi tirava i capelli e mi picchiava. Un giorno mi ha dato uno schiaffo così forte che sono quasi svenuta. Sono andata al pronto soccorso con mia figlia». Era settembre 2020. A far degenerare la situazione sarebbe stato anche il vizio dell’alcol dell’uomo: «Faceva serata, tornava tardi e se la prendeva con me», ha ricordato lei. C’è voluto del tempo per denunciare. «Tendevo a giustificarlo, pensavo che facesse così per le difficoltà che stavamo passando. Cercavo di aiutarlo, ma ho solo subito». La testimonianza della vittima è stata lunga e difficoltosa, più volte intrisa di lacrime nei momenti più cruciali del racconto di quanto subito tra le mura domestiche. La 28enne ha anche ripetuto le minacce dell’ex compagno. «Diceva che meritavo tante cose brutte, che dovevo morire ammazzata».

Stando alla procura, lui le avrebbe anche detto: «Ti sparo in bocca, ti apro tutta». Il divieto di avvicinamento alla parte offesa, notificato dai carabinieri di Jesi, risale all’agosto dello scorso anno. L’imputato è difeso dall’avvocato Rino Bartera e ha scelto il dibattimento, anziché riti alternativi, sicuro di poter smontare le accuse. L’udienza è stata aggiornata al 20 luglio: verranno ascoltati dal giudice altri testimoni. 

 

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Corriere Adriatico