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JESI - Da questa sera e per tre fine settimana consecutivi locali chiusi all’una, stop alla musica a mezzanotte e mezz’ora dopo pure alla somministrazione, anche da asporto. Dopo le lamentele dei residenti del centro storico e le denunce social del loro Comitato, e a seguito di un incontro avuto dal sindaco Massimo Bacci e dall’assessore al commercio con il Prefetto di Ancona giovedì scorso, è la decisione presa dal Comune di Jesi.
Il colpo cala sulla cosiddetta “movida” e sul lavoro dei locali, con un taglio degli orari che sarà in vigore per ora in questo fine settimana e nei due successivi: 1-3 ottobre e 8-10 ottobre.
Intesa con il prefetto
«Un provvedimento che per il momento abbiamo preso per alcune settimane, sperando che in seguito la situazione migliori - dice l’assessore al commercio Ugo Coltorti - abbiamo avuto un incontro con il Prefetto, valutando la necessità di una stretta a fronte di un fenomeno che peraltro riguarda quasi tutte le città d’Italia. Nel frattempo con gli uffici stiamo verificando i presupposti per mettere in campo altre azioni, fra le quali l’installazione delle telecamere in centro storico e nelle aree dove maggiori sono i problemi relativi a maleducazione e decoro».
L’ordinanza, in vigore su tutto il territorio comunale, è anti-movida ma si “appoggia” a stato di emergenza sanitaria e normative anti- contagio. «Nonostante le misure di contrasto degli effetti distorsivi della movida - spiega l’amministrazione - persiste una situazione di degrado urbano.
Multe da 25 a 500 euro, in caso di mancato rispetto dell’ordinanza, per i proprietari dei locali, dei quali filtra la rabbia per l’ulteriore blocco alle loro attività che arriva dopo un anno e mezzo trascorso fra totali chiusure o forti limitazioni. Non si parla, per ora, dei rimedi che, da fronti e punti di vista opposti, hanno più volte invocato sia i residenti sia gli operatori commerciali, su questo concordi: l’apertura o l’installazione di bagni pubblici in centro e maggiori controlli notturni nelle aree più sensibili. A fronte di schiamazzi, vandalismi nei vicoli della città a tarda notte, e spesso anche lontano da zone orari di apertura dei locali, né l’uno né l’altro appaiono facilmente praticabili o risolutivi.
Le reazioni degli operatori commerciali all’ordinanza non si sono fatte attendere. Caustica quella di Davide Zannotti, titolare dell’Hemingway Cafè di piazza delle Monnighette, uno dei più frequentati indirizzi della movida jesina. «Chiudere i locali all’una per contrastare dei dementi che scorrazzano nei vicoli fino a tarda notte e che andrebbero solo identificati e denunciati - commenta sui social - sarebbe come contrastare la prostituzione vietando di fare sesso alla gente di notte». Mercoledì scorso, fiutando l’aria che tirava, proprio Zannotti in lungo post sul suo profilo facebook aveva tenuto a distinguere tra la stragrande maggiornaza del popolo della movida jesina («giovani colti, eleganti e impegnati culturalmente, che studiano») e pochi elementi, da isolare, «che appaiono a tarda notte e poi si insediano nei nostri spazi e vie alimentando situaziono problemattiche».
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Corriere Adriatico